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Salvatores e Scerbanenco; i due tempi del noir

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Cinema e letteratura, storie di ieri e storie di oggi, mafia globalizzata e mafia quotidiana: anche domani tutti i colori del noir si affiancano e sovrappongono nel programma del Courmayeur Noir in Festival. E’ il giorno di "Gabriele Salvatores" e della sua "Educazione siberiana" che il regista premio Oscar viene a svelare raccontando i segreti di un set difficilissimo e mostrando le prime immagini del suo nuovo film in compagnia dei giovanissimi protagonisti e di Nicolai Lilin, l’autore del romanzo (Einaudi). Ma la vera scoperta sono i due attori lituani Arnas Fedaravicius e Vilius Tumalavicius che nel racconto sono Kolima e Gagarin, giovani, ribelli, disperati, alle prese con la durissima formazione e il codice mafioso impartito dal guru John Malkovich (ore 12.45 – Jardin de l’Ange). Se la vita raccontata da Salvatores potrebbe essere un “racconto di suono e furore che non significa nulla” (per riprendere Shakespeare e Faulkner), anche la Milano di Giorgio Scerbanenco risuona di rabbia e furore, ma con accenti romantici che la durezza della malavita di oggi sembra aver seppellito per sempre. Nel nome del grande scrittore milanese, domani il Noir assegna il Premio Giorgio Scerbanenco – La Stampa per il miglior romanzo noir italiano dell’anno. A contendersi i favori della giuria in un testa a testa dall’esito ancora incerto sono: Gian Mauro Costa (“Festa di piazza”, Sellerio), Massimo Gardella (“Il male quotidiano” Guanda), Luca Poldelmengo (“L’uomo nero”, Piemme), Maurizio De Giovanni (“Il metodo del coccodrillo”, Mondadori), Massimo Carlotto (“Respiro corto”, Einaudi). Il rapporto tra libri e cinema sull’attuale scena italiana sarà poi il filo conduttore della terza giornata del Courmayeur Noir in Festival 2012. E’ naturale parlarne all’indomani del primo film italiano in gara ("L’innocenza di Clara" di Toni D’Angelo, in uscita in sala giovedì 13 dicembre) e del festeggiamento a Roberto Costantini che porta al festival il suo nuovo romanzo (“Alle radici del male”, Marsilio), mentre la sua opera prima sta per diventare un film. E’ naturale parlarne in una giornata caratterizzata dal workshop "Vedo Nero" (in collaborazione con Istituto Luce Cinecittà) che chiama al dialogo giornalisti, scrittori, produttori, registi e sceneggiatori per analizzare l’inatteso boom cinematografico del noir italiano: più di 70 film tra quelli usciti, pronti e in lavorazione, in un solo anno. Sarà gloria effimera o sintomo di un cambio di tendenza? Dopo la commedia, sarà il noir a salvare il cinema italiano? Una risposta verrà domani nell’incontro coordinato da Giorgio Gosetti e Gaetano Savatteri. Stili diversi infine nei quattro film della giornata: il documentario d’autore per interpretare la tragedia della mafia e la riscossa popolare in Sicilia con "Il secondo tempo "di Pierfancesco Li Donni; la commedia stralunata a tinte inquietanti dell’inglese "Turisti" di Ben Wheatley (in uscita a breve con Academy Two); il più puro e spettacolare noir alla francese con un maestro come Lucas Belvaux e il suo "38 Testimoni"; il thriller horror tutto giocato nei pericolosi meandri della Rete, ovvero "Cose cattive" dell’esordiente Simone Gandolfo con Marta Gastini tra i protagonisti e Luca Argentero anch’egli all’esordio, ma come produttore.

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