Un anno fa era il turno di "White Men", attento e impeccabile documentario dedicato alla tragedia dei neri albini in Tanzania. Per quel lavoro, i due registi Alessandro Baltera e Matteo Tortone avevano lavorato oltre quattro mesi e raccolto centinaia di ore di girato.
In quel materiale, oltre alla storia raccontata, si trovava però molto di più: per questo i due autori hanno deciso di estrapolare altri tre racconti e di riunirli in una trilogia sotto il titolo "Swahili Tales".
Tra il duro lavoro in miniera per cercare oro, preghiere ed esorcismi nei sobborghi delle città e il "progresso" che avanza inesorabile anche qui, Baltera e Tortone portano lo spettatore a conoscere più a fondo la realtà del paese africano, senza commenti e affidandosi (quasi) esclusivamente alle immagini e ai rumori (sono radi i momenti riservati alle interviste, e non c'è mai musica).
Lo stile, è facile riconoscerlo per chi ha visto il lavoro da cui nasce "Swahili Tales", è lo stesso, un bianco e nero intenso e raggelante, un rigore nella ripresa che mostra (per quanto possibile) oggettivamente il quotidiano. Un'ottima "appendice", ma in grado di avere una vita propria.
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