Sarà un ragazzo di ventanni con problemi di disagio di vita> il coprotagonista del prossimo film di Gianni Amelio. Lo ha detto ieri ad Agrigento il regista de Il Primo Uomo ricevendo per il film sullautobiografia di Albert Camus il 34° Efebo doro, il premio del Centro di ricerca per il cinema e la narrativa andato in questi anni a registi come Monicelli, Truffaut, Carrère, Boyle, Scola e che ha visto sfilare nella città dei templi il meglio della cinematografia italiana ed internazionale. Il premio gli è stato consegnato dal sindaco della città, Marco Zambuto, al termine della cerimonia svoltasi nella Sala Gianbecchina dellex Collegio dei Filippini, condotta dal giornalista Sergio Buonadonna.
Di più Amelio non ha voluto dire se non confermare che laltro coprotagonista sarà Antonio Albanese, "che presto vedrete al cinema con un film che farà più rumore di Cetto Laqualunque e che io considero un chapliniano per eccellenza". Riprese a partire dalla primavera prossima, tema il triste presente dellItalia doggi.
Amelio ha voluto soffermarsi ancora una volta sul difficile rapporto tra letteratura e cinema e sulla necessità del regista di interferire sullopera letteraria con loriginalità e la provocatorietà della sceneggiatura cinematografica. Circa Il Primo Uomo, il testo incompiuto di Camus era del tutto privo di dialoghi, per questo lho inteso come unautobiografia parallela rispetto alla mia, due bambini rimasti senza padre, Camus perché perdette il suo nella prima guerra mondiale mentre lui era ancora troppo piccolo, io perché non lho conosciuto fino ai diciassette anni, e quando ciò è avvenuto non potevo più sentirlo come un vero padre. Un soggetto, dunque, su due assenze che la figlia di Camus ha approvato in pieno. E questa è stata per me la più grande gratificazione come regista".
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