Quando ho scritto LIsola DellAngelo Caduto, romanzo di genere giallo cioè due cose ben precise con regole, canoni e grammatiche proprie, e propri modelli e maestri mi sono lasciato così prendere dalla narrazione che ho rubato tutto quello che mi serviva da altri generi, altri modelli e altre grammatiche, mescolando tutto insieme. Volevo mettere in scena una serie di personaggi colti in un momento costante e tipico della nostra storia di italiani: scegliere un apparentemente facile compromesso invece di tirare faticosamente dritto verso ciò che è giusto, come accadde con Mussolini ai tempi del delitto Matteotti. E volevo farlo con una certa diabolica magia.
Nello scrivere e realizzare il film ho fatto lo stesso. Ci sono maestri, esempi e modelli grandissimi del cinema ai quali ho rubato quello che potevo nel senso delle mie limitate possibilità ma soprattutto ho rubato anche ad altre grammatiche e ad altri generi, ad altri strumenti, come per esempio il fumetto o la musica.
Non mi paragono neanche ai maestri del cinema italiano e neppure a quelli specificatamente di genere.
Mi basterebbe essere riuscito a raccontare la mia storia con quella certa diabolica magia.
Carlo Lucarelli
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