Il povero e rurale territorio delle Murge, posto tra la Puglia e la Basilicata, divenne nel 1959 la più importante postazione missilistica nucleare statunitense in Europa. Negli anni della Guerra Fredda tra USA ed URSS, il governo italiano decise di militazzare questo territorio, stringendo un accordo con il presidente Kennedy, che in seguito alla Crisi di Cuba ed al lacio dei sovietici dello Sputnik nel 1957 volle questo avamposto militare per difendere l'occidente. La base rimase attiva fino al 1962, quando il presidente statunitense e Chruscev siglarono l'accordo per lo smantellamento delle testate atomiche. Questa è la storia raccontata nel documentario "Murge, il Fronte della Guerra Fredda" di Fabrizio Galatea, prodotto dalla Zenit Arti Audiovisive di Torino in collaborazione con Rai 150anni.
L'opera presenta tutti i canoni classici del documentario storico, tra interviste e immagini di repertorio, accompagnate dalla voce fuori campo di Luca Ghignone che racconta la situazione socio/politica di quegli anni. La documentazione mostra l'incontro tra la grande storia e una piccola regione del mondo, a molti sconosciuta fino a quel momento, una delle zone più povere dell'Italia, abitata da braccianti senza acqua per i campi ed invasa dalla pellagra: una sorta di sud nel sud. Le testimonianze degli abitanti del luogo, raccolgono l'incontro tra due realtà contrapposte, quella dei contadini e dei militari italiani, diventati custodi dello scudo missilistico contro la minaccia sovietica e potenziali esecutori della "terza guerra mondiale".
A distanza di anni Fabrizio Galatea propone una ricostuzione storica di un fatto quasi "dimenticato" del momento più drammatico della guerra fredda, che avrebbe potuto portare alla distruzione dell'Italia ed all'apertura di sceneri internazionali gravissimi. Oltre ad una narrazione fluida ed armonica il documentario mostra per la prima volta delle immagini archivo inedite tratte dagli archivi della NASA Media Resource Center, del Nation Archivies and Records Amministration, dell'Archivio Privato Domenico Notarangelo e dell'Archivio Privato Giovanni Battista Cermosino, oltre che dalle Teche Rai, dall'Archivio Storico Luce e dell'archiovio dell'AAMOD.
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