Nato come un classico rockumentary che voleva raccontare l'edizione 2010 del festival MI AMI, "L'Animale che mi porto dentro vuole te" di Désirée Restuccia è diventato un approfondimento molto più ampio, da un lato la fotografia della più interessante scena musicale indie italiana, dall'altro una riflessione sul ruolo dei festival musicali in Italia.
Organizzato dallo storico portale RockIt, il festival - e di conseguenza il documentario - ha avuto come protagonisti nomi noti come Tre Allegri Ragazzi Morti, il Teatro degli Orrori, Nada, Africa Unite o Giardini di Mirò accanto a nomi esordienti o più di nicchia, e il MI AMI (acronimo di "Musica Importante A Milano") viene qui omaggiato nella sua essenza e nella sua filosofia dagli stessi protagonisti e organizzatori.
C'è - curiosamente - poca musica in questo rockumentary, genere troppo raramente frequentato in Italia e che meriterebbe più spazio. Girato con cura e attenzione alle inquadrature, "L'Animale che mi porto dentro vuole te" ha forse un intento troppo autocelebrativo (lecito, sia chiaro, ma inevitabilmente "respingente" per un certo tipo di pubblico) e sembra a tratti un enorme spot per le edizioni successive (nel 2012 è in programma la numero 8).
Resta comunque una fotografia in movimento di una bella "fetta" di musica italiana che non trova spazio nei canali più importanti (tv e radio generaliste) e che deve quindi lottare per legittimarsi in festival specializzati come questo milanese, seguitissimo dal pubblico. Festival che vanno oltre la semplice esperienza musicale, ma sono anche - e forse più - esperienze di vita e di condivisione.
Il documentario è interamente visibile su YouTube.
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