"Henry" è il terzo lungometraggio di Alessandro Piva, liberamente tratto dallomonimo romanzo di Giovanni Mastrangelo, sarà nelle sale il 2 marzo.
Il cineasta salernitano, abbandonata la Puglia, porta nella capitale il genere che più gli sta a cuore raccontare, e Roma appare il contesto adatto alla vicenda malavitosa che trasferisce sul grande schermo. Nella grande città infatti, sempre più insensibile alle esigenze del singolo, poliziotti, drogati e boss della malavita si inseguono, si scontrano e si annientano, in una girandola dazione e di umorismo nero in cui è il caso a decidere chi vive e chi muore, chi continua a fare il proprio gioco e chi a stento sopravvive.
Con "Henry" il regista conferma la sua fede nel cinema di genere che occhieggia al pulp. Il pubblico più omologato potrà vederci la mancanza di scene dazione coinvolgenti e fracassone, ma lintreccio non ha nessuna particolare mancanza rispetto a tanti lungometraggi doltreoceano. In più Alessandro Piva dimostra il suo talento proprio nellutilizzare al meglio il budget di cui dispone, lasciando sempre la macchina da presa al servizio della storia oppure usandola con sensibilità. Per quanto la vicenda appaia a tratti già vista, il regista riesce a tenere viva lattenzione grazie ad un buon ritmo narrativo ed al supporto dellispirata colonna sonora del giovane Andrea Farri. Tra gli interpreti va citato almeno Michele Riondino ma sicuramente anche Paolo Sassanelli, Claudio Gioè e Carolina Crescentini.
Esattamente come lo definisce il suo autore, "Henry" è unopera incosciente e piratesca, sia dal punto di vista artistico che da quello produttivo. E un film che, proprio come i suoi personaggi, cerca di trovare il suo giusto spazio; è da vedere almeno perché dimostra che con poco si può ancora confezionare un prodotto meritevole.
In uscita il 2 marzo prossimo distribuito da Iris film.
↧