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CORPO CELESTE - Come l'hanno visto negli States

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Sapere che il cinema italiano di qualità circola nei prestigiosi festival esteri è un dato molto confortante. Al Sundance di Park City, storico festival indie creato da Robert Redford che chiude il 29, erano due gli italiani presentati fuori concorso "Corpo Celeste" di Alice Rohrwacher e "This Must Be The Place" di Paolo Sorrentino. Entrambi i film stanno dividendo la critica americana ma come si direbbe laggiù, the good news is that they are talked about, ovvero se ne sta parlando, e questo è il fatto forse più positivo. Soffermandoci un attimo solo su "Corpo Celeste", Claiborne Smith, sulla pagina ufficiale del festival, ne fa una recensione brillante ed entusiasta. Soprattutto riconosce che molto della riuscita del film va ad Yle Vianello, la giovane e debuttante attrice trovata quasi per caso dalla Rohrwacher sull'appennino emiliano. Una faccetta che ti si attacca dentro, con le sue domande e i suoi silenzi, le sue inquisizioni corporee e non, il suo passare all'età adulta attraverso la "periferia religiosa" di Reggio Calabria. Un bildungsroman necessario e stordente che si interseca con quello di un prete più interessato alla carriera che alla religione che diventa un mero pretesto per fare altro. Così il processo verso la cresima di questa ragazzina diventa un bagno di sangue dentro "l'immoralità" della chiesa e dentro la peggiore televisione, tra una madre che sembra comprenderla e una sorella che non la sopporta. Nonostante i suoi sforzi per entrare dentro la fede o almeno di capirla, non riuscirà a trovare "adulti" in grado di soddisfare le sue esigenze di adolescente che sta passando in modo confuso e violento la dinamica del diventare donna. Di tutt'altro avviso è Matt Goldberg, che critica incondizionatamente il film. Mano pesante della regia, indugi eccessivi sul fatto che la ragazzina sia più preoccupata di come si sta sviluppando il suo seno rispetto a tutto il resto, incomprensibile interesse della stessa per la fede e la religione, molti momenti rovinati da una direzione artistica distratta, un corto che diventa un film gonfiato e stupidino. Però. Però anche Goldberg riconosce che l'idea centrale è molto interessante, ovvero può un ragazzino che non sa nemmeno cosa sia la religione essere "forzato" dentro la stessa e possono gli adulti essere religiosi solo sulla carta? Secondo il critico l'idea eccellente viene mal sviluppata nei personaggi e non si riesce mai a simpatizzare con Marta se non quando si annoia a morte dentro la classe e aspetta un'epifania per risvegliare la sua anima. Mh..... ci pare una critica eccessiva sia per un debutto alla regia sia nella recitazione. "Corpo Celeste" merita invece il nostro "praise", ovvero il nostro battere le mani perché il cinema italiano ha trovato due nuove protagoniste con molti mezzi già in potenza che presto diventeranno (secondo) atto.

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