Lo scioglimento dei ghiacciai è considerato dagli ambientalisti il più grave sintomo della crisi ecologica che il nostro pianeta sta vivendo, un evento che avrà conseguenze nefaste nel prossimo futuro se non si farà qualcosa per arginarlo. Il problema principale è quello di rendere evidente a tutti che ciò stia avvenendo, e questo è l'obiettivo da cui nasce il ciclo "Sulle tracce dei ghiacciai".
Dopo una prima spedizione in Karakorum sul ghiacciaio del Baltoro, il fotografo Fabiano Ventura e il suo team di studiosi puntano questa volta sul Caucaso Georgiano. "Armato" di strumentazione fotografica e delle antiche testimonianze di un secolo fa, come le immagini immortalate da Vittorio Sella, Ventura confronta la situazione di quelle stesse zone dopo poco più di cento anni, e ciò che si vede è inquietante. Lo "stato di salute" di alcuni dei più importanti ghiacciai del mondo è pessimo, e molto di quel ghiaccio è sparito, forse per sempre.
Lo spunto di "Sulle tracce dei ghiacciai" ricorda quella di "Chasing Ice", documentario statunitense in cui James Balog ha monitorato con fotografie aggiornate di ora in ora per anni il rapido, per quanto invisibile direttamente, scioglimento dei ghiacciai. "Chasing Ice" sta raccogliendo premi e riconoscimenti negli USA, ma il lavoro di Marco Preti non ha molto da invidiargli.
Impostato - specie per la voce fuori campo molto presente - per essere proiettato in televisione, il documentario italiano offre allo spettatore immagini uniche, di qualità incredibile sia dal punto di vista scientifico sia da quello puramente visivo. In attesa del prossimo capitolo.
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