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GIOVANNI GIOMMI - Girerò il mio prossimo film in Cina

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Dopo circa trenta partecipazioni a festival di tutto il mondo e dopo aver trionfato al "Bellaria Film Festival", "Bad Weather" di Giovanni Giommi è stato selezionato tra i finalisti del Doc/it Professional Award. In occasione della proiezione del documentario presso la Casa del Cinema di Roma, il regista ha raccontato le impressioni sulla passata stagione e ha svelato qualcosa sul suo prossimo film. Il 2012 appena terminato ti ha dato molte soddisfazioni. Tirando le somme, che stagione è stata? E' stato un anno davvero eccezionale. Il film partecipando a molti festival internazionali, mi ha portato in tutto il mondo, dalla Nuova Caledonia a New York, passando per la Russia e le tante partecipazioni in Italia e in Europa. La cosa che mi è piaciuta di più è stata conoscere molti filmmakers che condividono come me la passione per il cinema della realtà. Ho visto tantissimi film in questi mesi e devo dire che molti documentari sono riusciti ad esprimere una freschezza e una ricerca cinematografica così originale da riuscire a far dimenticare la superata distinzione fra cinema di realtà e cinema di finzione. Anche in occasione di quest'ultima proiezione romana, tante sono state le domande dal pubblico. Quali sono le più ricorrenti che ti sono state fatte nei numerosi incontri a cui hai partecipato? La domanda più ricorrente che il pubblico mi pone è come sia riuscito a raccontare così da vicino il mondo dell'isola bordello di Banishanta. Posso dire che ogni film che ho realizzato ha avuto diverse modalità d'approccio con la storia e con i personaggi che il documentario raccontava. Ad esempio per "Bad Weather" l'essere stato presentato alla comunità di donne da una giornalista donna, mi ha permesso di infrangere da subito la naturale diffidenza che la comunità di lavoratrici sessuali poteva sentire verso un esterno di sesso maschile. C'è poi una regola generale che deve essere applicata ogni volta che ti relazioni con una storia nuova. Per me è come un precetto. Credo infatti che come prima cosa sia fondamentale mostrare onestamente le proprie intenzioni alle persone di cui racconterai la storia. Instaurare con il soggetto del tuo film un rapporto di fiducia reciproca. Stai già pensando a quale sarà il tuo futuro progetto? In questo momento ho iniziato a sviluppare l'idea per un nuovo film. Sono sempre rimasto affascinato da quei piccoli oggetti cinesi, multi-funzionali, che ci vendono gli ambulanti per strada. Se vuoi un esempio prova a pensare a un "accendino/apri-bottiglie/mini proiettore con diapositiva di una donna nuda". Nel 1956 Ernesto Nathan Rogers, un famoso architetto del razionalismo italiano, riassunse il ruolo del progettista moderno con lo slogan "Dal cucchiaio alla città". Parafrasando potremmo affermare "Dall' accendino/apri-bottiglie/mini proiettore con diapositiva di una donna nuda alla città" per riassumere quello che sta avvenendo in questo momento in Cina. Dal 2005 infatti il governo cinese ha iniziato a costruire ex novo delle immense megalopoli che conterranno centinaia di milioni di nuovi abitanti in movimento dalle campagne. Città futuristiche piene di luci e di azzardi architettonici. Immensi grattaceli che di notte si ricoprono di mega-schermi, dove scorrono gigantografie in movimento di prodotti di consumo di massa. Città che hanno in comune con i piccoli oggetti di cui si parlava un'insita precarietà costruttiva. Città che a poca distanza dalla loro fondazione iniziano a dare segni di cedimento e a crollare. Dentro questo scenario fantascientifico ho incontrato alcuni di questi designer improvvisati, che giorno dopo giorno inventano e producono questi piccoli oggetti lisergici. Proprio in questo scenario ambienterò il mio film e presto andrò in Cina per avviare lo sviluppo.

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