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Questa Storia Qua - Alessandro Paris: "Vasco Rossi, la sua vita"

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Come è entrato a far parte del progetto di "Questa storia qua"? Alessandro Paris: L'idea iniziale è stata di Sibylle Righetti, era lei che voleva fare un film su Vasco anche perché ha un rapporto personale con lui, il padre è un suo storico amico. Insieme abbiamo sviluppato il progetto, e abbiamo da subito deciso che volevamo raccontarlo nella maniera più intima possibile, non ci interessava tanto la rockstar ma l'aspetto legato alle sue radici, quella provincia italiana che oggi non esiste più... Ci siamo immersi nel suo mondo, nella sua memoria. Perché raccontare Vasco Rossi? Alessandro Paris: Ci interessava raccontare l'uomo-Vasco, è un punto di vista che non è mai stato preso in considerazione. Personalmente volevo capire cosa lo avesse spinto a scrivere le sue canzoni, che sono poi state inserite quasi con un ruolo narrativo della sua vita. Volevamo andare più in profondità, non ci interessava tanto l'aspetto patinato. Quali sono state le maggiori difficoltà? Alessandro Paris: Bloccare Vasco! E' stato con noi molto disponibile, ma è pieno di impegni ed era difficile riuscire a "beccarlo" per parlare con lui... Poi sicuramente riuscire a entrare nella comunità di Zocca, conquistare la fiducia dei suoi vecchi amici (che ci hanno poi fornito tantissimo materiale inedito) non è stato facile. E' un lavoro che è durato due anni e mezzo, ed è stato difficile anche convincere la nostra produzione: siamo due autori molto giovani, è stata una scommessa. Io mi sono anche dovuto mettere a "studiare": non sono un fan di Vasco, e ho dovuto quindi recuperare i suoi dischi, studiare i testi e il personaggio... ma più che una difficoltà è stato un piacere. Quanto ha contribuito Vasco al progetto? Alessandro Paris: Innanzi tutto ci ha permesso di fare questo film! Poi si è messo a nudo, a volte ci sembrava di entrare in una seduta psicanalitica... Sibylle ha fatto da "ponte", ed è nata subito la complicità. Abbiamo ottenuto 23-24 ore di registrazione audio con Vasco, lunghe discussioni che hanno portato a un lavoro quasi proustiano di viaggio nella sua memoria. Cosa vi ha detto dopo averlo visto? Alessandro Paris: Si è commosso. Quello che ha visto sullo schermo era in gran parte un mondo che non aveva più potuto riabbracciare, molti di quei filmati e di quelle foto (le sequenze sulla neve, quelle in piscina) non le vedeva da 30 anni. Avete scelto un taglio molto particolare per il vostro lavoro... Alessandro Paris: I primi dieci minuti del documentario ne raccontano l'aspetto più noto, la fama. Poi c'è una svolta netta, e si comincia a raccontare la sua formazione, musicale e di uomo. E' stata una scelta ponderata: ci consideriamo quasi dei pionieri del genere "documentario musicale" in Italia, la tradizione è più anglosassone. Ci siamo documentati, e abbiamo deciso di puntare sulla provincia, sulle radici e sul Vasco privato. Ha premiato: a lui è sempre piaciuto molto come progetto, e anche tanti fan con cui abbiamo parlato sono stati felici di scoprire un cantante a loro vicino anche a livello umano, con trascorsi così "normali" tra gli amici e il paese. La sua così è una memoria che diventa collettiva. L'assenza di Vasco per motivi di salute a Venezia e durante la promozione è stata un problema? Alessandro Paris: Soprattutto ci è dispiaciuto tantissimo: lui era il nostro protagonista, avremmo voluto vivere insieme tutta l'avventura. Ci ha chiamato, e ci ha detto che comunque quello era il "nostro" momento, e dovevamo vivercelo tutto. Si è dimostrato una volta di più umile e paterno con noi, totalmente diverso dall'immagine che ne hanno costruito i media. Quali sono i prossimi appuntamenti e progetti? Alessandro Paris: Il 31 gennaio ci sarà alla Casa del Cinema di Roma una presentazione del dvd, a cui ne seguiranno altre, e poi saremo all'estero per festival. Siamo molto soddisfatti di come il film è stato recepito: abbiamo sfiorato il milione di euro di incassi al cinema (è andato molto bene nei multiplex), un risultato positivo per un documentario, e in questi primi giorni pare che il dvd stia vendendo moltissimo. Io poi sono al lavoro su una mia sceneggiatura di finzione, totalmente diversa dal progetto "Questa storia qua", che dovrei dirigere: ma è ancora presto per parlarne!

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