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GIORGIO CUGNO: "Vacuum nasce da un'esigenza personale"

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Nell'ambito di un incontro organizzato a Torino per presentare il numero 90-91 della propria rivista Mondo Niovo dall'AMNC, il regista Giorgio Cugno ha presentato la propria opera prima, "Vacuum". Un film che tratta il tema della depressione post-parto, scelta - ha spiegato Cugno - che "nasce da un'esperienza familiare da me vissuta. E' stata un'esigenza personale, l'idea era di fare un documentario sul tema: in un anno e mezzo di lavoro ho raccolto una serie di interviste a madri uscite dalla depressione post-parto e a familiari, che mi hanno dato le risposte che cercavo e hanno aperto una sorta di varco, la possibilità di vedere da vicino questo mondo, quasi - senza voler essere arrogante - con uno sguardo femminile". Una scelta rischiosa ma necessaria il cambio di "destinazione". "Mi sono trovato a un bivio di carattere etico - racconta il regista - in cui il rischio di strumentalizzare le confidenze raccolte nelle interviste era troppo elevato ed era un percorso che non mi apparteneva più. Così le interviste sono state la base su cui ho costruito la sceneggiatura. Il punto di partenza è stata la realtà: il 21% delle donne europee hanno questo genere di problemi, e non è poco". Partito a marzo da Lecce, il percorso del film è passato per festival internazionali a Villerupt, Tbilisi e Karlovy Vary, ma non solo. "Tre settimane fa sono stato in Svizzera, Vacuum è stato proposto dall'Ospedale di Lugano e dal Centro di Etica e Biomedica Svizzera, una proiezione non aperta al pubblico ma addetti ai lavori del settore sanitario e madri che hanno avuto o hanno questo problema. Poi per due giorni è stato sezionato in ogni suo aspetto: al termine di questo lavoro è stato redatto un testo da proporre al sistema sanitario svizzero per modificare l'attuale approccio alla tematica, e per me è stato andare oltre ogni aspettativa iniziale". Solo primi e primissimi piani nel film, e tanti dettagli. "E' stata una scelta precisa, negli interni ho usato un 50mm e all'esterno un 17. Abbiamo voluto fare un lavoro di sottrazione in tutti i sensi, e dare una vicinanza estrema, fino al fuori fuoco, per lo spettatore nei confronti della storia. Anche nella fotografia si è lavorato molto sul colore". Il prossimo film? "Ci sto lavorando, di sicuro sarà molto diverso stilisticamente da Vacuum. Niente camera a mano, niente fuori fuoco. Il tema sarà il controllo".

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