E' sostanzialmente un film di confine "Il Pasticciere" di Luigi Sardiello, prodotto da Alessandro Contessa. Protagonista della vicenda è Achille Frazzi, un pasticciere, di un piccolo paesino cresciuto all'interno del laboratorio del padre, dal quale ha imparato gli insegnamenti di vita e lavorativi. Casualmente l'uomo si imbatterà in una storia più grande di lui, dove non potrà tirarsi più indietro, avendo superato quel "confine" che cambierà radicalmente la sua vita. Ad intepretare il pasticciere un'insolito Antonio Catania, che recita accanto alla moglie, Rosaria Russo, una cinica femme-fatale, che l'ingenuo protagonista tenta di salvare da un destino ormai segnato. Attorno a loro ruotano un'enigmatico avvocato in stile azzeccagarbugli, intepretato da Ennio Fantastichini, e Sara D'Amario nei panni di una scrupolosissima poliziotta.
L'opera di Sardiello, non convince del tutto. La sceneggiatura a tratti sembra forzata, imbrigliata tra la commedia e il noir, cosa che penalizza il pathos, quasi assente. Le scene che dovrebbero creare suspance nello spettatore rimangono fredde, come anche le ricerche e le indagini di un'improbabile "equipe" della polizia croata. Non vi è un netto contrasto tra buoni e cattivi, anzi, l'unico apparentemente "buono" sulla scena, il protagonista, dopo aver oltrepassato il "confine", diventa un goffo inteprete del cattivo a sua volta.
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