Quattro corti italiani e due internazionali dedicati al bullismo ad aprire la prima giornata del San Marino Film Festival.
Bulli si Nasce.
Diretto da Massimo Cappelli, propone in chiave ironica la condizione del bullo. Qui, nel caso della coppia interpretata da Chiara Francini e Fabio Troiano, il bambino è prepotente dalla nascita, addirittura dall'ecografia. Nel suo DNA ci sono tracce di bullismo che già da piccolo lo imporranno con la forza all'attenzione del resto della classe e "del mondo".
Divertente l'idea di proporre la caratteristica come indipendente da fattori esterni, fattori che non riescono, come nel caso dei compagni di scuola, a creare "bulli" di prima categoria. Bravi anche i bambini Edoardo De Gennaro e Martina Lombardi.
"Fine Corsa"
Una serata di "normale" violenza finisce nel peggiore dei modi. Quattro "bulli" aggrediscono una ragazza ma uno di loro non ci sta e, tornando a casa, preferisce non salire sull'ultima corsa del treno insieme agli amici. Uno su quattro; non basta ma è qualcosa. Girato nella periferia romana da Alessandro Celli, è un ritratto vero e credibile di una situazione di disagio, ma anche di possibile riflessione.
"I Nuovi Mostri"
Roberto De Feo paragona a Hitler il capo di un gruppetto di prepotenti e al nazismo i loro comportamenti. Gli studenti vessati si ribellano e riescono a denunciarli mettendo fine alle violenze. Ma vogliono andare oltre; mostrando al "bullo" capo le immagini dei campi di sterminio nazisti, sperano che cambi idea per sempre sulla violenza e non solo perché messo alle corde. Un po' estremo l'accostamento, ma l'obiettivo di far concentrare e riflettere i ragazzi è centrato.
"Il Torneo"
Diretto da Michele Alhaique con Lorenzo De Angelis nel ruolo del ladruncolo e sfruttatore di bambini. Una periferia, dei ragazzi che giocano a calcio, un "grande" che li raggira per raccogliere qualche soldo. Ma uno di loro, dalla situazione familiare più difficile, si ribella e lo ferisce subendo le conseguenze della reazione. Corto senza l'evento classico del bullismo, dove la vessazione è più sottile e quasi un'esigenza diffusa per sopravvivere.
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