Un bianco e nero pieno di contrasti ma a tratti sfumato, nitido sulle immagini da cartolina dei paesaggi ma spesso sfocato sui volti.
Arianna prende spunto dalla classicità di Ovidio per mettere a fuoco le relazioni e i vuoti di relazione, in particolare se ripetuti nel tempo. E così veniamo accompagnati dal dolore e dallinvocazione dellArianna storica - che nella lettera a Teseo letta fuori campo denuncia labbandono dellamato e lo strazio che ne deriva - a capire per assonanza, e solo con il trascorrere del film, la situazione dellArianna moderna, lei pure abbandonata ripetutamente dai suoi amanti che sempre, e inesorabilmente, lasciano lisola in cui abita.
Con una colonna sonora intelligente, mutevole, e a tratti minimalista (ci piacciono moltissimo i suoni/rumori che quasi coprono le parole nei flash back, ogni volta diversi ma sempre disturbanti) il film non risulta mai scontato, e il colore finale che vorrebbe essere consolatorio non ci fa dimenticare che labbandono è una ferita che fa sempre più male, ogni volta che si riapre.
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