Ultimo film di prospettive italiane, opera prima come regista di Alessandro Gassman, "Razzabastarda" stupisce e centra il suo obiettivo.
Tratto da una commedia teatrale del cubano Reinaldo Povod e portato in giro per i teatri italiani dallo stesso Gassman, il film narra di un rapporto tra padre e figlio. Roman, il padre interpretato dallo stesso regista, si arrangia nello spaccio e nella malavita vivendo perché suo figlio Nicu abbia un futuro migliore e non entri a far parte del suo giro.
Interessante la fotografia in bianco e nero di Federico Schlatter, capace di dare alla periferia di Latina il giusto tocco di tristezza, quasi aggiungendo l'odore dell'ambiente.
Malgrado l'auto direzione, Gassman misura gli eccessi in cui sarebbe stato facile cadere con un personaggio del genere. Forse l'aver già abbondantemente interpretato sul palcoscenico Roman, gli ha consentito di assimilare il personaggio, limando ogni possibile eccesso.
Con un po' di "azione" in più sarebbe stato certamente un film da inserire in concorso e visto il livello degli italiani presenti (malgrado i premi e "Alì ha gli occhi Azzurri" a parte) avrebbe fatto sicuramente bella figura. Il film e noi.
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