Ferribotte era un carattere. Lo scoprì, o meglio lo inventò, Mario Monicelli che lo conosceva come cameriere e lavapiatti di un ristorante che frequentava. Lo scelse per I Soliti Ignoti, e da allora Tiberio Murgia, sardo di nascita, siciliano per lo schermo, interpretò circa 150 film.
La faccia era quella, per tanti ruoli diversi; italiani che all'epoca migravano dal sud in cerca di una vita migliore. E Murgia la trovò.
"L'insolito Ignoto, vita acrobatica di Tiberio Murgia", diretto da Sergio Naitza ripercorre la vita di un attore, non grande, ma che la gente aveva cominciato ad amare da subito, abituandosi con piacere ad incontrarlo in tante commedie di cinema.
Scomparso nel 2010, Murgia racconta se stesso nel documentario in una serie di interviste girate in tempi diversi, a lui e a molti che lo conoscevano, da Mario Monicelli a Claudia Cardinale, da Lando Buzzanca ai suoi parenti e amici di Oristano.
Una biografia che regala gioia nel mostrare un cinema che non riusciamo più a vedere, fatto di colpi di genio, di talenti, di professionalità. Un mondo così grande e produttivo che riusciva a cambiare la vita delle persone normali, proponendo sogni che spesso potevano diventare realtà.
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