La retrospettiva dedicata a Raymond Depardon allinterno del Festival dei Popoli è stata completata da un incontro allIstituto Francese di Firenze dove un pubblico di addetti ai lavori e di appassionati ha accolto il regista - reporter francese con un caloroso saluto.
Moderato dal neo Direttore del Festival del Film di Locarno, Carlo Chatrian ha partecipato all'incontro anche Claudine Nougaret compagna del regista nella vita e nel lavoro. La coppia lavora fianco a fianco da molto tempo creando un duo di cineasti molto particolare e forse unico nel panorama del cinema documentario europeo. Claudine si occupa infatti del suono dei film di Raymond ed è proprio sul rapporto tra suono ed immagine che si è sviluppata questa deliziosa conversazione dal sapore familiare, alla francese.
Depardon e la Nougaret hanno raccontato aneddoti ed episodi della loro emozionante carriera nel cinema documentario, il loro rapporto con la committenza, le fasi della scrittura di un progetto e i problemi con la televisione che spesso non permette allautore di esprimere tutto il proprio potenziale artistico. Si passa da una dissertazione filosofica sul montaggio inteso come atto etico e non solo tecnico e si arriva fino alla definizione del documentario vissuto come una presa di posizione politica e morale nei confronti della società e non solo come semplice sistema di produzione di immagini. Emoziona sentir parlare un maestro che si è formato con Henri Cartier Bresson; Depardon è uno dei maestri del piano sequenza, un modo di fare cinema che è nato dal suo amore per il tempo e losservazione. Secondo Derpardon non cè differenza tra un autore letterario e un reporter per immagini. Entrambi vivono e delle volte muoiono per portare allo spettatore/lettore un immagine che viene dal profondo del proprio animo. Da questi incontri con i grandi maestri si esce sempre cambiati e un po più felici.
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