La miseria non fa ridere quasi mai, ma ho cercato di raccontarla mantenendo il tono esilarante ereditato dalla commedia teatrale da cui hai origine questa vicenda. Non volevo che ci fossero le tinte fosche e losche dellinsediamento di un immigrato ai margini della nostra comunità, ma che ci fossero musica e colori vivaci per raccontare il mondo del finto benessere raggiunto da chi sfrutta: un mondo che alla prima occasione non rinuncia a costosi Suv. Non volevo perdere quella comicità che scaturisce dalla mancanza totale dei mezzi, da quella miseria estrema che porta i protagonisti di questa storia a fare qualsiasi cosa pur di farcela, anche travestirsi da centurione e girare in biga per una Roma trafficata, e quindi, pensavo, con la dovuta modestia, alle atmosfere del primo atto di Miseria e Nobiltà con Totò, nellimmaginare i miei fantastici disperati. È proprio nel raccontare larte dellarrangiarsi nella sua forma più bizzarra, che si evidenzia lentusiasmo che il nostro bielorusso porta nel rassegnato e sfinito mondo dei suoi padroni...
Massimo Andrei
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