"La nave dolce è un viaggio amaro e dolce sul primo respingimento della storia italiana e interroga le coscienze di tutti noi su come affrontare questa problematica. E un film che fa riflettere".
Così Daniele Vicari ha analizzato La nave dolce: un documentario di carattere storico che mostra, intervallando immagini televisive e interviste a testimoni oculari, larrivo della nave Vlora l8 agosto 1991 nel porto di Bari, il primo respingimento di massa in Italia.
Premiato dal Sindacato Nazionale dei Giornalisti Cinematografici con il Premio Pasinetti, ne rappresenta il candidato naturale perché non guarda allestetica cinematografica, ma ai contenuti e ai temi. Il film, come hanno dichiarato i giornalisti del SNGCI, prima della conferenza stampa, è un tentativo di risvegliare una memoria assopita e vacillante e di richiamo e di appello a non dimenticare.
E un film coraggioso su un evento storico e collettivo che si può associare al Muro di Berlino e che Vicari ha realizzato prendendo come riferimento cinematografico, nel raccontare gli eventi storici e collettivi al cinema, La battaglia di Algeri e come riferimento letterario la struttura della tragedia in cinque atti della Gerusalemme Liberata.
E stato prodotto dalla Indigo Film di Nicola Giuliano per rispondere e per raccogliere un invito della Puglia Film Commission che voleva raccontare i venti anni dello sbarco, uno dei momenti considerati fondamentali e dimenticati della storia contemporanea italiana.
Non si tratta però, come ha precisato il regista, di un film di denuncia, racconta un fatto: mostra due visioni sullaccoglienza e uno scontro istituzionale che ha rappresentato per lItalia anche uno scontro politico-culturale. Il tema del film è la perdita di innocenza di un intero popolo: di unumanità che sperava in un mondo migliore. Dallo sbarco della Vlora nasce lItalia contemporanea: la città di Bari, al contrario dellItalia, aveva però la consapevolezza di essere un paese di frontiera.
Il progetto è iniziato due anni fa e il suo sviluppo si intreccia con Diaz. Realizzati contemporaneamente, i due film si legano per la voglia di raccontare fatti storici. Con Diaz e La nave dolce si ha lidea di una nazione inconsapevole di essere un paese di frontiera: hanno la stessa struttura perché la storia è simile affrontando la gestione dellordine pubblico e della scuola in un paese civile.
La nave dolce è unopera documentaristica, ma per Vicari proprio il cinema documentario rappresenta una chance per la nostra cinematografia: si affronta il presente attraverso lintreccio a carattere documentaristico "per me il cinema - come ha chiosato Vicari - documentaristico e il cinema di finzione sono la stessa cosa. Io mi ricordo in maniera vivida lemozione che ho provato guardando i materiali di repertorio. Quando gli operatori inquadrano in primo piano i volti restituiscono umanità a questa vicenda".
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