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Lunedì Indipendente, a Trieste una rassegna sul documentario

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Il Cinema Ariston di Trieste propone una nuova rassegna per sostenere le produzioni italiane indipendenti e lo fa dedicando un programma di proiezioni al documentario. Quattro serate nella giornata di lunedì a partire dal 12 novembre vedranno uno spettacolo unico alle ore 21:00 con alcuni dei titoli più interessanti del panorama documentaristico nazionale degli ultimi anni. Si inizia con l'epica impresa di Pier Gianni Burreddu in “Oceano Dentro” (2008) di Sergio Damiani e Juliana Blasi. La traversata dell'Oceano Atlantico, da Cadice alle Antille, di Gianni e la sua “barca dei folli”. Un viaggio scandito dai ricordi e dalle molte riflessioni, sul suo rapporto coi genitori, la malattia mentale, i molti ricoveri, su cui sovrasta la forza vitale della sua musica. Una traversata che gli porterà il desiderio di ritornare nella sua Sassari e dove tutto è cominciato. Lunedì 19 novembre toccherà a “Il Carnevale di Dolores” (2008) di Cristina Mantisi, esilarante ma anche sconcertante avventura di Giuseppina Coluccelli, detta Dolores, alla ricerca di un tetto sopra la testa. Nell'arco di circa sei anni le vicissitudini di Dolores ci portano tra i senza fissa dimora e tra le loro lotte per il diritto alla casa, troppo spesso negato dal caro affitti. “Scorie in libertà” (2012) di Gianfranco Pannone affronta invece l'annoso problema delle scorie nucleari in Italia, ed in particolare cosa ne è stato delle scorie create dalla centrale nucleare di Borgo Sabotino a Latina, costruita nel 1963 e successivamente dismessa, e via via il dibattito scatenato dalla decisione di Silvio Berlusconi del 2010 di attivare nuove centrali nucleari sul territorio italiano, di seguito bloccata dalle reazioni alle disastrose conseguenze dell'incidente nucleare di Fukushima. La proiezione è prevista per lunedì 26 novembre. Ultimo in serie cronologica il 3 dicembre il documentario di Francesca Balbo “Cadenas” sul curioso ruolo di generazioni di donne impegnate nel guardia-barriera. In Sardegna, in quella parte di isola che si snoda tra la Trexenta, il Campidano ed il Gennargentu, un giubbottino fluorescente ad ogni incrocio tra le rotaie e le strade secondarie percorse da automobili, bestiame, trattori e apecar, è il segnale per il macchinista di poter continuare in tranquillità il percorso del suo treno. Tutto intorno campi, muretti a secco, pianure macchiate di cactus, foreste e strette gole di montagna. Il film racconta la vita di queste donne, le guardia-barriera sui binari delle Ferrovie della Sardegna, e con loro l'immobilità della natura sarda, dove ogni elemento di progresso rappresenta una potenziale minaccia. Il prezzo di ingresso è 3 euro, nella speranza di invogliare il largo pubblico a conoscere attraverso il documentario parti e storie inusuali o sconosciute del nostro paese.

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