La nuova sezione della VII edizione del Festival Internazionale del film di Roma, nata dalla collaborazione tra Fondazione Cinema per Roma e il museo MAXXI, è il naturale proseguimento del grande lavoro svolto da Mario Sesti con Extra. Così Marco Müller introduce CinemaXXI, concorso dedicato alle nuove correnti del cinema mondiale senza limiti di durata e formato.
E mentre sullo schermo scorrono le suggestive immagini della nuova sigla del festival, una nuda arciera che si prepara a scoccare una freccia, Müller si affretta a precisare che le scelte sono state fatte cercando non lo sperimentale ma lo scavallamento, ciò che non rientra nei generi.
Ad aprire le danze sarà il film collettivo Centro Histórico, di Aki Kaurismäki, Pedro Costa, Victor Erice e Manoel de Oliveira, una produzione portoghese parte del programma finanziato dal progetto Guimarães 2012 Capitale Europea della Cultura.
Tra gli altri film in cartellone, una cinquantina di titoli, tra lungometraggi, cortometraggi, documentari, film in pellicola e digitali, in grado di accontentare i cinefili più esigenti, ma senza trascurare quel cinema popolare che mantiene i suoi elementi di originalità, vale la pena citare la produzione brasiliana, Mundo Invisivel/ Invisible Word. Variazione sul tema dellinvisibilità nel mondo contemporaneo raccontate attraverso lo sguardo di registi di diverse nazionalità tra cui Atom Egoyan, Laís Bodanzky, Jerzy Stuhr, De Oliveira, Marco Bechis, Wim Wenders e Theo Angelopoulos.
E poi Steekspel/Tricked, di Paul Verhoeven, film realizzato con il contributo dei suoi fan attraverso i social network, la collezione di documentari dartista Random Acts di Marina Abramovic, e Suspension of Disbelief di Mike Figgis. Mentre non poteva mancare un titolo cinese, Judge Archer di Xu Haofeng, il più folle dei film di Kung-fu, assicura Muller.
Gli italiani parteciperanno con I topi lasciano la nave di Zapruder, art film venture romagnola, progetto mimetico in bilico fra reality e documento di uno spettacolo dal vivo; Tanti futuri possibili, mediometraggio di Gianfranco Rosi, dedicato a Renato Nicolini; Tutto parla di te , della documentarista Alina Marazzi, qui al suo esordio nel cinema di finzione; e la storia di amore tra un uomo e una donna di un altro tempo caduti nella Trieste di oggi ne Il viaggio della signorina Vila, di Elisabetta Sgarbi.
Ed infine un divo come James Franco a presentare in anteprima mondiale un corto da regista, Dreams, perché come conclude Müller, Al Festival ci sono i divi, quelli che piacciono a noi.
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