Un arrivo inaspettato, una presenza sgradevole, di quelle tanto impossibili da accettare quanto capaci di cambiarti la vita.
Un triste destino che tocca la famiglia Helianos una mattina del 1943, quando a bussare alla porta di casa è un freddo capitano nazista intenzionato a stabilirsi per un lungo periodo nell'abitazione. Non potendo rifiutare un tale ordine, ai componenti della famiglia non resta che sacrificarsi fino ad abbassarsi alla mortificante condizione di servi in casa propria.
Dopo un lungo percorso all'interno di più di cinquanta festival di tutto il mondo, arriva nelle sale italiane "Appartamento ad Atene", esordio alla regia di Ruggero Dipaola, che del film è anche produttore, tratto dall'omonimo romanzo di Glenway Wescott.
Ambientato in Grecia, ma girato a Gravina di Puglia, il film mantiene solo sullo sfondo gli orrori della guerra, andando a concentrarsi totalmente sui diversi rapporti che i familiari instaurano con l'odiato inquilino.
Dipaola affida ai coniugi e ai due figli dei punti di vista diversificati e molto netti, dalla totale ribellione del ragazzino dodicenne alla fascinazione subita da sua sorella, dal cinico e fermo distacco della madre, una brava e contenuta Laura Morante, all'accondiscendenza di suo marito, alla ricerca dell'uomo nascosto sotto la divisa del gerarca.
Pur parlando di una piccola realtà produttiva, fin dai primissimi minuti la pellicola riesce a mantenere un impatto visivo di altissima qualità, merito della bella fotografia di Vladan Radovic; si avverte invece qualche piccolo buco in sceneggiatura e a volte si ha come l'impressione che pur di far rientrare nei novanta minuti il racconto di Wescott, il regista sia costretto ad affidarsi a qualche dialogo un po' "telefonato".
"Appartamento ad Atene" uscirà in sala il 28 settembre in 50 copie con Eyemoon Pictures, ma in parallelo il tour festivaliero non sembra fermarsi.
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