E' un documentario molto particolare "Fanteria Cavalleggeri" di Alessio Di Zio. Girato interamente in VHS all'interno di un vecchio circolo cittadino, il film racconta le vicende di un gruppo di anziani che si ritrovano giornalmente in questo luogo "ricreativo" per giocare a carte o a biliardo, per parlare di politica o di guerra. L'osservazione di ciò che accade è minuziosa: il regista si sofferma su ogni particolare, su ogni gesto catturando l'essenza di un luogo antico e di una "ritualità" che sta andando a scomparire.
L'opera realizzata da Di Zio non è un classico documentario, ma un film al limite dello sperimentale, sia per le tecniche usate (le riprese tutte con la luce verde, un tempo tipiche delle sale da biliardo, e l'utilizzo del VHS), sia per la struttura narrativa (sono i suoni e le immagini ad immergere lo spettatore nel luogo descritto). Vi è soprattutto da parte dell'autore una cura dell'immagine, per far rivivere allo spettatore quell'immaginario visivo di un posto d'altri tempi, per far riaffiorare una memoria che sta scomparendo.
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