"Scorie in Libertà" è un film che racconta il percorso della Centrale Nucleare di Borgo Sabotino e dell'area circostante, sviluppate in parallelo a partire dai primi anni 60. È un discorso generale sul nostro paese, inquinato da mille diversi rifiuti e che preferisce, almeno quando è lontano da momenti di maggiore emotività, non parlarne e far finta di non sapere. In molti ci hanno guadagnato con un indotto che, a Latina, ha arricchito molti nel corso dei decenni.
"L'unico paese che ha rifiutato due volte il nucleare, è il nostro" dice Gianfranco Pannone ospite all'Est FF di Montefiascone "in maniera forse emotiva, sia con il referendum dopo Chernobyl, sia dopo Fukushima, senza il quale forse l'esito dell'ultimo referendum sarebbe stato diverso".
Oltre alla pericolosità delle centrali, il problema delle scorie è sempre da risolvere.
"L'Italia è unico paese a non avere depositi per le scorie che sono ancora conservate nelle vecchie centrali come Latina. Poco o nulla si sa della fine che hanno fatto i residui degli anni di funzionamento. Qualcosa è in Gran Bretagna, ma solo per abbassare la forza radioattiva, poi tornerà da noi e non sapremo dove metterla. Il nucleare non è finito con il referendum, perché dopo, dura 80.000 anni...".
Quali sono i motivi che ti hanno spinto a girare questo film?
"Volevo farlo da qualche anno, e dopo la tragedia giapponese, è tornato d'attualità. Prima avevo perso i produttori, sia italiano sia francese, per il forte patto tra Berlusconi e Sarkosy a favore dell'energia atomica, e messo nel cassetto. Poi l'ho realizzato con i miei fondi e con l'aiuto di mia moglie.
Come sta andando il giro per i tanti festival?
"Lo abbiamo presentato con successo a Cinemambiente e a Pesaro, oltre che qui all'est FF. C'è molta attenzione in giro sui temi ambientali ma, guarda caso, alla proiezione di Latina la classe politica non si e presentata".
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