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Note di regia de "Il resto dell'anno"

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"Il resto dell'anno" ha una struttura basata sullo scorrere naturale del tempo, a partire da un prologo ambientato in estate. Le piccole metamorfosi (nel luogo e nelle persone) durante i mesi dell’autunno e dell’inverno, fino al naturale epilogo nella primavera successiva. La narrazione procede seguendo eventi concatenati tra loro naturalmente (gli elementi naturali sono inevitabilmente sempre presenti) o in base alle vicende dei personaggi ricorrenti. La ricchezza estetica ed emotiva del luogo rappresentano il valore primario del film: Salina è un'isola unica, non a caso patrimonio Unesco. E unica vuole essere la cura formale nella realizzazione visiva e acustica, tesa ad immergere rapidamente lo spettatore nel racconto, letteralmente sommerso da quanti più stimoli sensoriali possibile, variandone il ritmo a seconda del contesto narrativo: oltre cinquanta sequenze, luoghi e volti in continua evoluzione, utilizzo di ottiche eterogenee per lunghezza focale, audio d'ambiente costruito in un racconto sonoro “autosufficiente” e una colonna musicale minimalista commentata prevalentemente da vocalizzi. La macchina da presa prova a diventare un tutt'uno con l'isola, entrando nei cespugli, tra i sassi, nei muretti lungo le sue strade, sempre subordinata rispetto all'oggetto raccontato. Gli abitanti, una volta presa dimestichezza col mezzo, si auto-rappresentano spontaneamente rivolgendo sguardi in macchina in una relazione narrativa diretta con la lente e il pubblico, superando il nostro filtro. Michele Di Salle e Luca Papaleo

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