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QUANTI SONO I DOMANI PASSATI - Valentina Cortese

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Alle soglie del novantesimo compleanno l’attrice Valentina Cortese, ultima diva italiana, ha regalato al suo pubblico un’autobiografia tra sogno e realtà. Un racconto da favola che inizia con la nascita a Milano un primo gennaio “Raggomitolata in un fiocco di neve”. Affidata dalla madre a una contadina che diventa “mamma Rina” trascorre i primi anni in campagna nei dintorni di Milano. A sette anni, quando il nonno scopre la sua esistenza, viene portata a vivere in famiglia, tra Stresa e Torino. Proprio a Stresa, dove aveva messo in piedi una piccola compagnia teatrale con alcuni ragazzi del luogo, diciassettenne, incontra il direttore d’orchestra Victor De Sabata, primo dei suoi grandi amori. Insieme al regista Guido Salvini che poi la farà esordire al cinema ne “L’orizzonte dipinto” e a Umberto Giordano sedeva nella veranda dell’hotel Milan dove la Cortese si era recata a vendere i biglietti dello spettacolo. Fu colpo di fulmine, insieme partirono per Roma dove ebbe iniziò la brillante carriera di attrice che la portò a Hollywood e a un passo dall’Oscar con la nomination come miglior attrice non protagonista per "Effetto Notte" di François Truffaut nel 1973. Nel libro ci sono molti personaggi del cinema, il vicino di casa Charlie Chaplin, Alida Valli che “con la sua valigetta ogni tanto si chiudeva in clinica” e quando andava a pranzo da lei si portava la fiaschetta di vino, Gregory Peck che ricamava a piccolo punto, la bellissima Marylin Monroe alla quale aveva venduto la casa di Hollywood quando era tornata in Italia e Anna Magnani dagli amori sfortunati. Ci sono anche gli amici registi Federico Fellini che spesso si presentava a casa sua per gustare le specialità della cuoca e Franco Zeffirelli che nella sua casa di Roma le aveva riservato una stanza: con entrambi condivideva la passione per l’esoterismo. Poche pagine sono dedicate al primo marito l’americano Richard Basehart che l’aveva tradita anche con Giulietta Masina e liquidato con “era un bravo attore”. Molto spazio è dedicato a Giorgio Strehler, compagno d’arte e di vita, con il quale aveva condiviso i successi al Piccolo Teatro e che le scriveva molte lettere. Qualche pagina è dedicata a Carlo De Angelis, l’industriale farmaceutico vicino di casa rimasto vedovo che diventò il suo secondo marito. La nonna Lena, alla quale era legatissima e che l’aveva cresciuta è l’unico membro della famiglia d’origine a essere ricordato con affetto. Ci sono due rivelazioni, Ombra, la bimba mai nata che attendeva da Strehler e Napoleone Rossi di Coenzo che indica come suo padre, mai conosciuto e scoperto tardivamente da racconti reticenti. Grande assente l’adorato figlio Jack Basehart al quale è dedicato il libro, citato solo mentre muove i suoi primi passi sul ponte di una nave. Lucida ricostruzione dei momenti della vita che l’attrice vuole condividere tenendo per sé quelli più privati. La parola fine è ancora lontana, fino allo scorso anno Valentina Cortese calcava le scene con i versi di Alda Merini, l’amica poetessa milanese. E non è detto che non lo faccia ancora…

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