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GOOD AS YOU - Una commedia tutta gay

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E’ passato poco più di un mese dalla sentenza emessa dalla Cassazione che allarga alle coppie di fatto, dunque anche omosessuali, il diritto di essere famiglia. “Un’apertura importante che mette in discussione il concetto di famiglia tradizionale e riapre il dibattito sui matrimoni gay che per lo Stato italiano non esistono né hanno diritti”. Mariano Lamberti non poteva scegliere momento migliore per portare nelle sale italiane dal 6 aprile la prima commedia gay tutta italiana, "Good as you", il cui titolo riprende lo slogan del movimento omosessuale durante le marce di protesta alla fine degli anni 60. E tutto questo mentre per le strade di Londra dal primo aprile un autobus porta a spasso un altro slogan altrettanto famoso, “Some people are gay, get over it!” che tradotto “Alcune persone sono gay, fattene una ragione”, ideato da Stonewall per la campagna pubblicitaria promossa contro la discriminazione nei confronti di persone omosessuali. “I personaggi non si muovono in un contesto eterosessuale, ma sviluppano dinamiche proprie e sono i veri protagonisti di storie di normale omosessualità”, racconta Lamberti in conferenza stampa di presentazione del film. I destini di otto amici, quattro uomini e quattro donne, tutti rigorosamente gay, si intrecciano in un una trama di una qualsiasi commedia, incontri inaspettati, gelosie, segreti, colpi di testa, offrendo uno spaccato allegro ed autoironico del mondo gay. “Gente diversa, con stili di vita diversi spesso considerati come marziani. E allora andiamo a vedere da vicino come vivono questi esseri alieni” ha aggiunto il regista. E così una piccola produzione indipendente realizzata senza finanziamenti ministeriali, ma solo con l’aiuto della Regione Lazio, mette in scena una commedia timidamente carina ma che prende le distanze dai classici drammi gay e dalle caricature e macchiette a cui ci ha abituati la cinematografia italiana. Anche se la rappresentazione troppo giocosa degli stereotipi, “perché ci sono e non ci fanno paura”, e un approccio semplicistico a temi delicati come l’hiv e il desiderio di paternità e maternità di molti gay non sembrano condivisibili. Al ritmo di "The Lady in the tutti frutti Hat” dell’icona gay Carmen Miranda, cantata dalle sorelle Kessler sui titoli di testa e coda, si muove un cast di attori etero e omo che svolge bene il compito, composto “da chi non ha rinunciato a fare il film dopo la prova costumi o addirittura dopo qualche sequenza”. Tra gli altri volti celebri come Enrico Silvestrin, Luca Dorigo, ex tronista di Uomini e donne, Daniela Virgilio, conosciuta per il ruolo di Patrizia nella serie Romanzo Criminale, e Lorenzo Balducci, quest’ultimo reduce da un coming out che gli è valso una prova abbastanza convincente nel film.

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