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FRANCESCO BRUNI - Tra sceneggiature e regia

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Dopo la realizzazione di molte sceneggiature per registi italiani del calibro dei fratelli Virzì, Roberto Faenza, Mimmo Calopresti, qual è stata la molla che ti ha spinto a passare dietro la macchina da presa per realizzare da regista "Scialla!"? "Diciamo che il progetto mi stava molto a cuore, racconto autobiografico ovviamente romanzato, e sinceramente mi sarebbe dispiaciuto passarlo ad un regista. Così ho fatto con molto piacere e stimoli nuovi per la prima volta il regista e allo stesso tempo lo sceneggiatore, esperienza molto importante e significativa che in futuro penso di rifare molto volentieri. Ho girato il film a Roma nel quartiere dove abito, nel mio bar e nella scuola di mio figlio utilizzando comparse e gente del luogo. Le riprese sono durate sette settimane, intense, nelle quali sono stato a mio agio nel lavorare nell’ambiente in cui vivo". Nel film, che ha riscosso molto successo e ottenuto premi nei Festival dove è stato presentato, sei riuscito a far lavorare in perfetta sintonia un attore esperto come Fabrizio Bentivoglio e un giovane e brillante Filippo Scicchitano al suo esordio sullo schermo. Quali sono state le maggiori difficoltà nel "mixare" le diverse qualità dei due protagonisti? "Direi in sostanza molta fortuna perché sia Fabrizio che Filippo sono stati perfetti. Fabrizio aveva già avuto un’esperienza come regista nel film "Lascia perdere, Johnny!" dirigendo un giovane alla prima esperienza cinematografica e quindi ha fatto un po’ da “padre” a Filippo non solo nel film ma anche su set e nelle riprese. Poi anche Filippo, ragazzo molto schivo e di poche parole (non si direbbe vedendo il film), ha recitato benissimo riuscendo a dare a Fabrizio quell’energia che è cresciuta nell’evolversi della storia". Visti gli argomenti trattati nel tuo film, rapporto genitori/figli, scuola, ambiente sociale, credi che il mondo giovanile risenta di un'incomprensione di fondo degli adulti e dello stereotipo di società d'oggi? "Senza dubbio dobbiamo notare il continuo disamore dei giovani nei riguardi della scuola, in contrapposizione con la forma genitoriale del padre che, confrontata ai nostri genitori, ha dovuto evolversi e rivedere il proprio compito educativo. Fare il padre oggi non è sinonimo di applicazioni di semplici regole da far rispettare, ma è diventato un vero e proprio sforzo nel comprendere gli stati d’animo dei nostri ragazzi ed essere presenti, con tutta la nostra fragilità ed imperfezione ma essere lì con loro. Inoltre da parecchi anni i governi sembrano non investire ed avere il coraggio di rivedere il processo formativo scolastico che dovrebbe ripartire coinvolgendo gli insegnanti che, spesso dimenticati, svolgono la loro funzione con tanto amore e dedizione nel portare e trasmettere la cultura alle nuove generazioni". Qualche nuovo progetto in lavorazione, ne puoi parlare? "Comincia in questi giorni la serie televisiva "Il giovane Montalbano" di cui ho fatto la sceneggiatura e sono coinvolto nell’ultimo film di Paolo Virzì "Tutti i santi giorni" che è in fase di produzione a Roma. Le riprese sono iniziate ai primi di Febbraio. Il film tratta di una storia d’amore di due giovani di opposti caratteri che decidono di avere un figlio. Un soggetto un po’ diverso dal solito, ma non posso dire di più…". Si parla molto di "rivoluzione digitale" nel cinema che dovrebbe ridurre i costi e dare molto più spazio ai giovani. Cosa ne pensi, sei di questo avviso "Sicuramente girare in digitale sarà sempre più diffuso e facile portando ad una riduzione dei costi sensibile. Questo permetterà quindi anche ai giovani di poter usufruire di questa tecnologia senza la necessità di avere budget che oggi non potrebbero avere. Inoltre la ripresa in digitale stà raggiungendo ottimi risultati non solo in termini economici ma anche di qualità e di modalità d’uso".

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