Uno sforzo produttivo ammirevole; 6 Passi nel Giallo, 6 film da 100 minuti che andranno in onda su Canale 5 da domani, 22 febbraio, ogni mercoledì in prima serata.
L'idea è quella di affidare la regia ai maestri o ai figli dei maestri del brivido, del giallo e dell'horror italiano anni 60-70, andando a rivisitare quel genere di film che allora erano considerati di serie B, ma che oggi, anche grazie alle parole (poche) di Quentin Tarantino, sembra che fu grande fucina di capolavori.
Di concreto si percepisce solo una grande nostalgia per un cinema creativo e vero, che girava il mondo malgrado fosse fatto con "due chiodi e una cantinella", e un cast costruito su uno schema fisso, fatto da una ex star americana (o più spesso un attore secondario di Hollywood), un'attrice sexy, straniera ma non del tutto (Barbara Steele piuttosto che Barbara Bouchet) e un attore italiano bello, magari bravo e di estrazione sociale tanto elevata da saper parlare inglese, un'attrice italiana matura ma elegante e ancora piacente. E poi grandi tappeti musicali a sottolineare i momenti di suspance e di paura e un uso della macchina da presa dettato dalle esigenze di bilancio e in seguito scambiato per genialità. La famosa zoomata rapida a stringere venne utilizzata perché il carrello era troppo impegnativo (3-4 macchinisti) e costoso. Soggetto e sceneggiatura: poi ci pensiamo... Altri tempi. Che nostalgia...
Ma oggi ci vuole ben altro per spettatori abituati alle scorrettezze di Dexter, alle infamie di The Shild, agli effetti e alla cura di C.S.I., alle sceneggiature di Medium, alle sperimentazioni di Shamless, alla contemporaneità d'uscita con gli USA di Alcatraz.
Il primo episodio di "6 passi nel Giallo" è "Presagi" di Lamberto Bava, figlio di Mario, padre di Roy. Ambientato a Malta, racconta la storia di una donna (Andrea Osvart) in grado di sognare fatti legati a crimini violenti (rapimento e uccisione di alcune bambine) e che per questo riesce a dare una mano a un poliziotto (Craig Bierko) per individuare il colpevole. Nella storia troviamo anche una ricca signora amica della donna (Eliana Miglio) e un violento sospettato degli omicidi (Roberto Zibetti).
Un bel salto nel passato che farà la felicità di molti appassionati del genere e degli spettatori che cercano serate senza troppi sobbalzi, a parte quelli causati da colpi sonori e da inquadrature inaspettate. La differenza con i vecchi film di genere sta nel finale; con infinite possibilità allora, prevedibile da subito nel televisivo "Presagi". Sono talmente positivi e buoni "i buoni" che è impensabile possa accadere loro qualcosa di male e la ricerca del colpevole passa in secondo piano vista l'impossibilità che qualcosa accada ai "nostri".
A parte la qualità dei singoli film è lodevole l'impegno produttivo, lo sguardo rivolto ai mercati stranieri (tutto girato in lingua inglese) e l'intenzione di sperimentare nuovi generi per la tv; un primo passo, incerto ma migliorabile, verso la realizzazione di film capaci di smuovere lo stagno in cui è finita la nostra televisione nazionale.
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