Il film non vuole indagare le motivazioni politiche del movimento visto che la mobilitazione di migliaia di persone contro il G8 di Genova del 2001 e stato il movimento dei movimenti , bensi la ferocia di una repressione senza precedenti.
Con queste parole Daniele Vicari, il regista di "Diaz, Non lavate questo Sangue" , film passato nella sezione panaorama alla "62° Festival di Berlino", denuncia quello che è stato definito da Amnesty International la più grave sospensione dei diritti democratici in un paese occidentale dopo la seconda Guerra Mondiale
Un film disturbante ma necessario, una pioggia di immagini scarnificate, crude, palesemente reali per raccontare, a dieci anni di distanza, l inspiegabile e violenta irruzione delle forze dellordine nella notte del 21 luglio nella palestra della Scuola Diaz di Genova, in quei giorni adibita a dormitorio, alla ricerca di black bloc, pericolosi anarco-insurrezionalisti ed un arsenale da far impallidire lesercito degli Stati Uniti. Ed invece trovarono 93 persone rappresentanti di quella colazione globale che si era ritrobvata a Genova sotto lo slogan Voi otto, noi sei miliardi per manifestare il loro dissenso nei confronti dei potenti della terra e la loro arroganza di decidere i diritti dell umanita.
È il primo movimento di massa della storia che non chiede niente per sé, vuole solo giustizia per il mondo intero, sottolineava Susan George nel luglio 2011 in un seminario di economia a cui avrebbe dovuto partecipare Nick, Fabrizio Rongione, attivista del commercio equo e solidale e vittima del blitz della polizia insieme ad un vecchio militante sindacalista, il bravo Renato Scarpa, volontari del Genoa Legal Forum, ambientalisti, altermondisti e giornalisti alla ricerca della verita tra cui Luca, interpretato da Elio Germano. Ed attraverso le loro personali storie che il regista ha scelto di raccontare quei tragici momenti che hanno cambiato per sempre, insieme alla morte di Carlo Giuliani avvenuta qualche giorno prima, la storia non solo italiana, ma anche del movimento no global. Ho fatto questo film - rivela Vicari in conferenza stampa a Berlino - perché fondamentalmente è successo un fatto inaccettabile. Mai un vertice internazionale aveva visto una protesta cosi ampia. E stata questa probabilmente la ragione per cui non solo lItalia, ma le cancellerie di tutto il mondo, hanno deciso di fare i conti una volta per tutte con i noglobal, soffocando la protesta nel sangue.
Ma il produttore Domenico Procacci precisa che "il film non ha l'obiettivo di condannare la polizia tout court, ma solo certi atti compiuti a Genova durante il G8". Appunto la Polizia che comunque non ha mai ammesso le sue colpe e le sue responsabilità se non attraverso la voce timida di un poliziotto, interpretato nel film da Claudio Santamaria, che nel 2007 ha finalmente ammesso davanti alla prima sezione del Tribunale di Genova di aver visto gli agenti massacrare i ragazzi nell' irruzione notturna del 21 luglio 2001 alla scuola Diaz, al termine del G8.
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