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"Unfacebook", se il prete si rivela un serial killer

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Secondo lungometraggio diretto da Stefano Simone (dopo "Una vita nel mistero" del 2010), "Unfacebook" trae la sua ispirazione dal racconto "Il prete" scritto da Gordiano Lupi. Un sacerdote, stanco di assolvere i peccati dei parrocchiani quotidianamente confessati, ricorre all'ipnosi non solo per spingerli al suicidio, ma anche al fine di crearsi attraverso la web chat Unfacebook un gruppo di seguaci da sfruttare per l'eliminazione degli immorali. Un commissario di polizia avrà il compito di risolvere il mistero che si nasconde dietro le numerose morti... Questa la sinossi del film, sicuramente stimolante e originale: Simone dimostra in questa nuova prova significativi miglioramenti rispetto alla sua pellicola d'esordio. Merito anche di un cast più all'altezza, con un protagonista (Giuseppe La Torre) capace di reggere il peso di una parte non semplice. Girato con mezzi ridotti e un budget minimo, "Unfacebook" (bruttino il titolo...) riesce a sopperire dimostrandosi un onesto thriller di provincia, con una fotografia forse troppo spinta (la "viratura" dopo un po' stanca) ma che dà al tutto un look originale. Certo, lo spunto iniziale dopo un po' smette di bastare (e il tutto viene allungato con inserti di telegiornali e scene "a vuoto" sorrette solo dalla musica di Luca Auriemma). E qualche buco di sceneggiatura c'è, per non dire delle incoerenze tra la prima parte e la seconda: ma gli effetti reggono, alcune scene sono di forte impatto e "Unfacebook", nel suo complesso, resta un interessante film di genere.

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