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"L'Ultima Foglia" nasce dall'esigenza di raccontare una sorta di indolenza sentimentale che sempre più spesso si verifica nei rapporti. Vari fattori condizionano le coppie di oggi, primo tra tutti la precarietà del lavoro e di conseguenza l'instabilità economica. Spostamenti forzati e periodi di inattività lavorativa portano a dover rimandare decisioni importanti in attesa di condizioni più favorevoli. Tutti fattori che gravano su una convivenza già difficile di per sé.
La coppia protagonista si ritrova bloccata in una dimensione di stasi sentimentale, trasportati dagli eventi che concorrono ad esasperare la loro crisi.
I due protagonisti portano lo spettatore ad una plausibile analisi sulle vari fasi dei rapporti amorosi.
Stilisticamente l'uso della macchina a spalla, per l'analisi dei personaggi, è necessario per stare sempre sul soggetto inquadrato in maniera quasi morbosa. La macchina a spalla permetterà di coglierne ogni sfumatura nello stato d'animo, imprigionando l'attore in piani il più possibile stretti.
Fotograficamente un'illuminazione ‟claustrofobica" amplificherà lo stato di soffocamento dei personaggi bloccati nelle loro azioni reiterate. Dei forti controluce di giorno e dei viraggi cromatici molto decisi di notte, trasporteranno lo spettatore in nette zone di ombra o di luce.
Questo saltellare da situazioni così estreme naturalmente merita un'accompagnamento musicale adeguato, dove le pause del brano sono importanti tanto quanto la stessa nota suonata. La dinamica della musica sarà fondamentale per ricreare la dimensione onirica.
Non ci sono vie di mezzo così come non c'è giudizio. Allo spettatore, infine, la responsabilità di ricostruire lo sgretolamento temporale della vicenda avventurandosi così in una specie di giudizio morale finale.
Leonardo Frosina