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BFM 31 - ZERO ZERO, un bambino e le sue insicurezze

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Il modo migliore per approcciarsi a "Zero Zero" di Marco Pavone è quello di considerare le premesse: budget minimo, animazione e realizzazione condotta (quasi) unicamente dal solo Pavone (con la collaborazione in produzione e sceneggiatura di Nancy Medaglia), mezzi ristretti ma tanta passione per "compensare". Un passato da disegnatore affermato (sulle pagine di Topolino, tra le altre) e da regista di videoclip italiani e internazionali (Coolio, Subsonica, Luca Carboni, Caparezza, Daniele Silvestri...): Pavone ha una reputazione che lo difende e lo presenta, e il suo progetto "autarchico" di animazione 3d, prodotto dalla sua Pav1, ha il fascino dell'indipendenza legato indissolubilmente ai limiti dei bassi budget. La trama: 1946. Yuri è un bambino chiuso ed insicuro. Il suo unico amico è un pupazzo dal grande cappello. Una notte, in seguito ad un incidente, il piccolo Yuri dovrà attraversare da solo con Cappellaccio il bosco. Secondo una vecchia leggenda in questo lugubre e misterioso ambiente si nasconde un temibile fantasma, pronto ad assalire chiunque profani la sua dimora. Quella notte Yuri dovrà affrontare il fantasma per salvare i suoi genitori, e dovrà svelarne il mistero che lo condurrà a conoscere se stesso ed il suo destino. Dimenticarsi le meraviglie tecnologiche delle animazioni statunitensi, ma anche la leggerezza artigianale delle italiane firmate - per fare un nome - D'Alò: "Zero Zero" è una fiaba dal tratto semplice ed essenziale, un'animazione un po' troppo "a scatti" su fondali poco mobili. Un prodotto comunque migliore dei singoli elementi che lo compongono.

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