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E la volta del film svedese, seconda pellicola proiettata in concorso con ancora il tutto esaurito in sala. Il film ci parla di uninsolita amicizia tra Alvar, un anziano vedovo solitario con la passione del modellismo, malato di cancro, e Miriam, una ragazzina quindicenne, alle prese con ladolescenza, molto sveglia e caparbia ma altrettanto molto originale.
E un incontro casuale, un incontro di due solitudini che sfocia in unamicizia profonda ed autentica. Alvar prende forza subendo lesuberanza e la spontaneità della giovane Miriam, tanto da riuscire a fare i conti con gli errori passati e cancellare tutto quello che di brutto ed opprimente laveva soffocato. Il racconto poi entra in un mondo fiabesco e naif dove i protagonisti seminano il villaggio con strane e bizzarre piccole statuine in legno, augurando buona fortuna, ed abbiate cura l'una dell'altra (il leit-motiv e titolo del film).
E uno slogan a cui dovranno poi far riferimento per se stessi. Alvar lascerà la vita in pace e Miriam diventerà una donna forte per affrontare le difficoltà della vita adulta. Ognuno dei due protagonisti prenderà una strada, percorsa comunque insieme. Entrambi consapevoli che la loro amicizia, senza barriere detà, può far diventare il nostro mondo un posto più ospitale e migliore.