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CIRCUITO CHIUSO - Un thriller POV all'italiana

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Quando il budget per realizzare un film è molto basso, bisogna trovare qualche éscamotage che mascheri i limiti imposti dalle ristrettezze e offra al pubblico comunque un prodotto interessante e ben costruito. Quando qualche anno fa uscì "The Blair Witch Project", horror a basso costo le cui riprese erano tutte realizzate come se fossero state girate da videocamere amatoriali, per i filmaker con pochi mezzi si aprì un mondo di possibilità. "Circuito chiuso" di Giorgio Amato, realizzato all'interno del progetto Web Movies della Rai e distribuito in streaming gratuito su internet, rientra appieno nel filone del cosiddetto POV ("point of view", film per l'appunto girato montando "ipotetiche" riprese di telecamerine, cellulari e quant'altro in possesso degli stessi personaggi dei film). Questa volta le fonti delle immagini sono proprio telecamere a circuito chiuso installate abusivamente da due amici di Francesca, ragazza scomparsa improvvisamente nel nulla dopo aver risposto a un annuncio di ricerca di una babysitter. I due giovani sono convinti che l'autore di quell'annuncio sappia qualcosa, nessuno però crede loro e quindi l'unica soluzione appare quella di posizionare di nascosto alcune videocamere nella sua casa e attendere che qualcosa venga fuori. Quello che viene proposto allo spettatore è (sarebbe) il video depositato agli atti presso la procura della Repubblica, la registrazione di quanto accaduto nell'appartamento. Lo spunto non è originalissimo (quello del POV è un filone ormai - per le ragioni descritte sopra - molto abusato), e "Circuito Chiuso" risente di alcuni difetti tipici del genere, come la - estrema - lentezza della prima parte della narrazione, a fronte di un crescendo di tensione quando ci si avvicina al finale. Il sospettato inizialmente sembra un uomo qualunque, uno come tanti, ma pian piano i suoi comportamenti diventano misteriosi e - forse - dimostrano che i due amici di Francesca avevano visto giusto... Interpretato da Stefano Fregni, Francesca Cuttica e Guglielmo Favilla, prodotto dai fratelli Manetti e con gli effetti (non molti, a dire il vero) curati da Sergio Stivaletti, il film è un onesto prodotto costruito con nulla, anche se forse la tensione non cresce mai abbastanza e alla lunga l'effetto di attesa diviene eccessivo (si poteva sforbiciare ancora una quindicina di minuti, almeno). Gradevole prodotto di genere, "Circuito Chiuso" si lascia guardare piacevolmente anche senza entusiasmare.

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