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Questo film nasce da unesigenza: raccontare una storia palestinese, evitando di cadere in trappole retoriche più o meno consolanti. Ancor prima di capire quale storia volevo raccontare, sapevo che non sarebbe stata una storia di vittime. La lente vittimaria del cinema, anche quando denuncia, ha sempre qualcosa di inautentico perché allessere umano che agisce sostituisce lessere umano che patisce. Il rischio è uno scacco etico della visione, un forfait politico dello sguardo.
I protagonisti di questa storia non rivendicano uno status di vittime da compatire, ma un obiettivo da difendere e per cui lottare. Per narrarla cera bisogno di una retorica che estromettesse una visione doma del reale. Una retorica intesa come arte ed etica del discorso, della persuasione e della visione. Una retorica che potesse ancora dare una rappresentazione immaginalmente attiva della realtà.
Dimitri Chimenti