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"E un film sulla speranza per un paese che ha speranza e che mette in scena lanima della politica". A spiegare il senso di "Viva la libertà" è lo stesso regista Roberto Andò, autore anche del romanzo "Il trono vuoto", vincitore del Premio Campiello Opera Prima 2012.
"Lo scenario in Italia, rispetto alla storia romanzata, non è cambiato, anzi si percepisce nel paese una maggiore stanchezza e la speranza è stata soffocata: è stato quindi necessario inventarla". Con la stessa emozione, che ha accompagnato la stesura del romanzo, Roberto Andò ha sceneggiato e diretto una storia per rappresentare qualcosa che sulla scena italiana non cè senza creare polemiche, ma per donare al pubblico italiano un personaggio, quello di Enrico Oliveri, in grado di portare una ventata di cambiamento.
E il personaggio chiave o, più precisamente, i personaggi chiave della storia, basata sul tema dello scambio, molto visitato in ambito letterario, sono stati affidati al suo amico Toni Servillo: qui nel doppio ruolo del politico Enrico Olivieri e del filosofo Giovanni Ernani, un clandestino portatore di un nuovo pensiero.
Per un attore teatrale militante linterpretazione di personaggi doppi e gemelli è quasi una consuetudine: Servillo ha però precisato di non aver mai interpretato a teatro personaggi dalla doppia personalità, mentre è diventato ormai per lui un liet motiv cinematografico il ruolo del politico. Ma in questa pellicola il politico, rispetto a quelli interpretati nel "Il Divo" e in "Bella Addormentata", vuole contribuire a un ritorno della politica come azione, non solo intesa a livello culturale, ma come vero slancio e serbatoio.
Non secondario il personaggio del segretario, interpretato da Valerio Mastandrea, quasi affezionato ai ruoli secondari, rilevanti come nelle pellicole americane. Di rileivo anche quelli femminili, interpretati da Valeria Bruni Tedeschi e Michela Cescon: ruoli che non si incontrano, ma che vivono, a distanza di tempo, situazioni simili.
Le molte citazioni cinematografiche, come Il grande dittatore, luso dellode A chi esita di Bertolt Brecht nel comizio politico a Piazza San Giovanni a Roma, e la visione di unintervista di un Fellini inedito, che inveisce contro il sistema politico per la difesa della cultura italiana, arricchiscono questa pellicola, diretta e prodotta per dare una speranza politica e culturale allItalia.