In vista dellimminente incontro tra il Governo italiano e quello libico, ci rivolgiamo al presidente del consiglio, Prof. Mario Monti, con lauspicio che già in occasione di tale incontro venga dato un chiaro e inequivocabile segnale di discontinuità rispetto alle politiche finora adottate dallItalia in materia di immigrazione.
Come è noto, gli accordi firmati con la Libia, a partire da quello sui pattugliamenti congiunti fino al Trattato di amicizia, partenariato e cooperazione, hanno dato avvio alla pratica dei respingimenti in mare. A partire dal maggio 2009, tutti i barconi intercettati nel Canale di Sicilia sono stati ricondotti in Libia. Questa pratica è stata condannata dallAlto commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, dal Consiglio dEuropa ed è attualmente oggetto di un processo intentato alla Corte europea per i diritti umani di Strasburgo contro il governo italiano da 24 cittadini somali ed eritrei, riportati in Libia il 7 maggio 2009.
Molti dei migranti respinti (circa 2000 nelle varie operazioni condotte) erano richiedenti asilo che, sebbene bisognosi di protezione, sono stati invece riconsegnati alle autorità libiche, chiusi in carcere e condannati a subire varie forme di torture e abusi. Durante le operazioni di respingimento, i migranti sono stati ingannati dai militari italiani: è stato loro detto che stavano per essere portati in Italia e, al momento dello sbarco, sono stati consegnati manu militari ai libici. In ripetute occasioni, i militari italiani sono ricorsi alluso della forza.
Le testimonianze dirette di alcuni di questi respinti sono raccolte nel documentario "Mare Chiuso" di Stefano Liberti e Andrea Segre, prodotto da ZaLab con il supporto di Open Society Foundations, in uscita il prossimo.
Qualunque sia l'imminente decisione della corte di Strasburgo, in occasione del suo viaggio a Tripoli chiediamo al professor Monti di annunciare chiaramente e solennemente che lItalia cesserà ogni pratica di respingimento in mare.
Auspichiamo pertanto che questo primo incontro con le autorità libiche sia un primo e decisivo passo per chiudere con un passato vergognoso e avviare un nuovo modo di affrontare le migrazioni nel pieno rispetto degli obblighi internazionali e dei diritti umani.
Per leggere a lettera di Amnesty International al Presidente Monti cliccare qui.
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