La commedia degli equivoci ha stancato. E poi devono essere credibili le situazioni che creano equivoco. Nel film di Fausto Brizzi è tutto così poco probabile, distante, astruso che si stenta a capire chi glielo abbia fatto fare.
"Pazze di me" sembra scritto in un paio d'ore; Brizzi, Marco Martani e Federica Bosco non sono stati troppo a lavorare di cesello a escogitare situazioni nuove, dialoghi frizzanti, battute divertenti, personaggi originali. No, da un'idea carina (un ragazzo che vive, anzi sopravvive, con tre sorelle, la madre, la nonna, la badante) si procede per scenette fino alla fine, con un susseguirsi di casualità che portano avanti la storia in un continuo accumularsi di bugie, di equivoci, di non detto, che i cine panettoni più beceri, a confronto, sembrano Matrix.
Fausto Brizzi mette insieme Loretta Goggi, Chiara Francini, Claudia Zanella, Marina Rocco, Valeria Bilello, Lucia Poli, Paola Minaccioni intorno a Francesco Mandelli, nuova star del cinema italiano. Ognuna malata di protagonismo; un gruppo di improbabili megalomani sempre al centro dell'attenzione e personaggio principale della vita propria e altrui. Il tutto raccontato per i quattro quinti del film senza un minimo di senso critico, perché tanto ognuno è giusto che sia se stesso. Nell'ultimo quinto, il povero bamboccio si sveglia e, invece di scappare, decide che sarà lui a far cambiare le "sue" donne. Quello che non ha potuto fare una vita intera su questa banda di pazze lo farà lui, che fino a quel momento conta come il due di coppe. E ci riuscirà, in quattro e quattr'otto, a costo di perdere il suo amore.
"Per me dirigere un film è come una vacanza" ha detto Fausto Brizzi alla presentazione del film "una vacanza dal mio vero mestiere, quello di sceneggiatore". Forse era in vacanza anche quando ha scritto Pazze di me.
↧