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LA SCOPERTA DELL'ALBA - "Il mio viaggio nel tempo"

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"Sono molto felice di presentare qui a Torino il film, quasi metà della mia troupe era torinese e io sono legata a questa città", ha spiegato Susanna Nicchiarelli prima della proiezione del suo ultimo film, "La Scoperta dell'Alba". "Volevo anche dedicare un pensiero a Ferruccio Casacci, che non c'è più ma è stato fondamentale nella mia formazione, mi ha insegnato molto di quello che so, ho fatto qui a Torino con lui il mio primo corto". Il film è diviso tra due piani temporali, un telefono abbandonato mette in collegamento la Caterina di oggi, interpretata da Margherita Buy, e la Caterina dodicenne (Sara Fabiano). "Cercavo da tempo un soggetto che avesse un elemento fantastico, o fantascientifico, surreale", racconta la regista. "Quando mi hanno raccontato il romanzo mi è parso particolarmente interessante, e allora l'ho letto e l'ho scelto perché mi permetteva di vedere l'oggi e al tempo stesso il passato, con un rapporto attivo tra i due piani temporali". Il libro da cui è tratto, con molte differenze, è di Walter Veltroni. "Mi ha lasciato molta libertà, ha poi visto il film al montaggio e lo ha apprezzato. In tutto il percorso è stato molto discreto, mi ha lasciato fare la mia versione della sua storia, non ha voluto neanche in qualche modo oscurare il film venendo alla prima al Festival di Roma, a cui erano presenti la moglie e la figlia. E' stata una scelta rischiosa perché il suo è un nome ingombrante, ma la storia era bella e la sfida è stata renderla mia". Protagonista del film è Margherita Buy. "E' una delle pochissime attrici italiane che ha due registri, uno drammatico e uno leggero. Una storia come questa aveva bisogno anche di ironia, è fondamentale per non cadere nel ridicolo". Accanto a lei Sergio Rubini: "Avevo pensato a lui da subito, in Cosmonauta aveva preso un personaggio minore, scritto un po' così così, e gli aveva dato uno spessore fantastico, mi aveva aiutato molto. Non osavo chiedergli di fare una partecipazione anche qui, Procacci mi diceva che mai avrebbe accettato... dopo qualche provino glielo abbiamo chiesto, e lui si è offeso che non lo avessimo fatto prima! Lui e Margherita sullo schermo sono una forza, improvvisano, sono quasi ingestibili, e pur avendo un passato da marito e moglie si divertono moltissimo a lavorare insieme". I loro due personaggi sono un po' infantili. "Volevo che i loro personaggi fossero un po' goffi, un po' bambini. Il problema è che lei a causa della scomparsa del padre, di cui non si sa nulla da 30 anni dopo un rapimento delle Brigate Rosse, è rimasta figlia, anche se ha l'età del padre quando era già parte della classe dirigente. Questo per me racconta anche come è cambiata l'Italia in questi 30 anni, di come la generazione successiva ancora non abbia preso le redini del paese. Il suo passato irrisolto la rende irrisolta come donna, e anche il mio personaggio vive un problema simile, ad esempio nel rapporto con gli uomini". Una parte importante nel film la hanno anche le due bambine, Sara Fabiano e Anita Cappucci. "E' stato difficilissimo trovarle, perché dovevamo cercarle che assomigliassero a me e a Margherita, quindi il campo era ristretto. Casting lungo quindi, ma la ricchezza coi bambini è che quando poi li trovi, trovi già il personaggio, non cerchi l'attore: la bambina che fa me da piccola è esattamente così, non è diversa. Quando le abbiamo trovate, quindi, siamo state noi grandi a farci un po' influenzare da loro, passando anche molto tempo prima delle riprese - per questioni di trama non ci incontriamo mai con le bambine nel film - provando ad esempio le telefonate, le movenze, il modo di parlarsi: Margherita all'inizio tendeva ad essere troppo materna, ma quando si parla con sé stessi si è spesso severi, ruvidi". Un film che racconta anche una parte nera della storia italiana. "L'ispirazione storica è legata all'omicidio Bachelet, che è avvenuto in quei luoghi e in quelle modalità. Non ci sono legami con altri casi di cronaca brigatista, come ad esempio l'omicidio D'Antona. La questione della cartella scomparsa non nasce da lì, volevamo che ci fosse un oggetto che avesse in qualche modo viaggiato nel tempo. Quando si lavora con i paradossi temporali ti rompi la testa... Ci siamo chiesti scrivendo: se le azioni modificate tramite le telefonate cambiano il passato, modificano quindi anche il futuro? Secondo me non ci stava, abbiamo deciso di non spingere su quell'aspetto. Forse le cose sono già successe in quel modo, il punto è che il passato non si può cambiare". Regista ma anche attrice. "Ho scelto di recitare anche io un po' per divertimento, essere in tutte le parti del film è bello, e perché il rapporto che si crea con gli altri attori è diverso, mi piace lavorare così. Interpretare personaggi femminili un po' goffi, un po' buffi, è una cosa che amo anche perché non si vedono molti personaggi così, e allora mi scrivo e mi ritaglio situazioni simili. E' faticoso sul set, in montaggio è un inferno ma ne vale la pena perché è emozionante e permette di creare un rapporto speciale, c'è molta empatia nonostante il "disordine" che porta questo doppio ruolo".

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