Quali sono gli obiettivi della rivista?
"Limmaginario è storia tanto quanto la Storia". Questo è quanto scrive Marc Ferro nel suo Cinema e Storia, caposaldo delle prime indagini tra le due discipline che questa rivista intende tornare a fare dialogare nellorizzonte di un comune interesse: quello appunto nei confronti dellimmaginario, del terreno culturale in cui esso si radica e degli effetti che limmaginario produce nella realtà. È così che le due discipline menzionate nel titolo di questo progetto editoriale si profilano come aree di riferimento di una pluralità di saperi, approcci e metodologie tutti da indagare in relazione a una molteplicità di fini: per esaminare le diverse modalità di testualizzazione della realtà storica messe in atto dal cinema; per esplorare e interpretare i meccanismi produttivi, le forme e il linguaggio del film con riferimento alle dinamiche storico-culturali e allelaborazione dellidentità di unepoca; per verificare come i film siano agenti di storia; per studiare le opere audiovisive quali testi capaci, in un orizzonte mediale sempre più plurale e proteiforme, di restituire la complessità di una stagione storica in confronto dialettico con le tradizionali fonti scritte. Secondo questa prospettiva, Cinema e Storia si colloca su un terreno di confine, forse una terra di nessuno in buona parte da esplorare e per questo, almeno nel nostro Paese, ancora quasi vergine.
Il primo numero è dedicato agli anni '80: come avete scelto la tematica e come è stata "svolta"?
Se è vero che, come scrive Pierre Sorlin in questo numero, «il rapporto tra cinema e storia emerge chiaramente negli anni 80 », tale periodo sembra candidarsi idealmente, anche in virtù di alcuni recenti e importanti contributi in ambito storiografico, a costituire il terreno su cui testare il dialogo tra le due discipline che danno il titolo a questa rivista. Gli anni Ottanta sono stati, infatti, un decennio dotato di uno spirito molto forte, improntato allindividualismo, al declino delle mobilitazioni collettive, alla ricerca della soddisfazione personale. Ed è un decennio che in gran parte attende ancora di essere studiato, soprattutto in Italia, dove ogni esame o giudizio su quellepoca appare schiacciato dallesito: Tangentopoli e il crollo del sistema politico. Proprio perché, dunque, dotato di uno spirito, il decennio segna il definitivo trionfo di un ethos, fatto di immaginario e di valori, prodotti allora più che mai da un singolare intreccio fra strutture materiali e dimensione simbolica. Tutti i Paesi occidentali accentuano infatti in tali anni il loro carattere di società dello spettacolo, con la televisione e il cinema che diffondono i propri codici e i propri linguaggi a tutti i livelli, dalla vita quotidiana al mondo politico. Ecco allora che, per studiare quel decennio con quello spirito, e soprattutto per dare vita ad unopera di re-visione che non ceda ad un facile revisionismo, appare particolarmente fecondo il metodo interdisciplinare e linterazione di competenze finalizzate a riesplorare e reinterpretare una serie di narrazioni oggi particolarmente illuminanti per comprendere il nostro presente
La rivista ha due anime, una monografica e una sui film storici della stagione: che annata è stata il 2012?
I film storici inseriti nellosservatorio curato da Luca Peretti sono trentuno, soltanto undici quelli italiani, per lo più distribuiti in un numero esiguo di copie. Scrive Peretti: «Le opere prettamente in costume stanno quasi scomparendo dalla produzione nazionale: basti pensare che lunica eccezione, nellanno considerato, è la puntata quattrocentesca di Amici miei. Per quanto riguarda temi, la Shoah mantiene sempre un posto di rilievo, grazie anche allappuntamento annuale della Giornata della memoria, mentre nella stagione cinematografica di cui ci siamo occupati sono usciti ben due film sul colpo di stato cileno. Unultima segnalazione: tra i titoli distribuiti in sala con anni di ritardo, una grave mancanza è stata rimediata grazie allarrivo nei cinema di This is England, film ormai cult sul primo periodo degli skinhead inglesi».
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