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Note di regia del film "Kaputt/Katastrophe"

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Un film fermo, immobile e fotografico dove alla telecamera e alla narrazione non è più richiesto alcun movimento. Nella porzione di realtà che andiamo a inquadrare accadono talmente tante azioni che, come per l’esempio delle bolle di magma australiano, per poterle almeno minimamente percepire abbiamo bisogno di un rallentamento, di una ripetizione e di una postura immobile. Esiste un’urgenza di staticità del mezzo cinematografico, quasi un travalicamento nel medium fotografico recuperando così il necessario rigore formale che ci è stato necessario per documentare una così variopinta successione di corpi. L’intenzione era quella di avere delle immagini assoggettate didascalicamente ad una precisa composizione musicale. Un vero e proprio sottofondo visivo a una partitura autonoma e maniacale. Il catafalco cristologico iniziale, i teschi, i girini e le formiche sono semplicemente una variazione dello stesso tema catastrofico a cui abbiamo volutamente tolto il pathos ed il dramma della pesantezza per mezzo dell’ossessività di un eterno ritorno. Luca Ferri

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