Si è appena concluso lincontro tra Ludovic Bource la stampa e i giovani che frequenteranno il suo laboratorio di musica per film qui al Centro Sperimentale di Cinematografia. Unora di tempo tra una lezione e laltra per raccontare le sue esperienze di giovane compositore. Dice subito che non vuole essere docente ma un giovane che ha avuto una grande e fortunata opportunità ed è qui per condividere con altri giovani compositori idee ed esperienze per un arricchimento reciproco.
Con grande semplicità ripercorre le tappe del suo successo: dopo aver composto solo sette colonne sonore ecco il salto con un film che inizialmente nessuno voleva produrre, ma che voleva fermamente essere un film delle grandi emozioni. "Inizialmente doveva essere una musica astratta ma con il regista abbiamo pensato che doveva essere qualcosa di diverso. Per un anno ho fatto ricerche, addirittura prima che si scrivesse la trama. Abbiamo visto i grandi classici del cinema per comprendere meglio cosa accadeva in tempi lontani e così diversi. Poi abbiamo trovato lidea. Ho cercato la mia libertà per esprimere le sensazioni che volevo, è un fatto psicologico perché ognuno di noi ha una percezione diversa, comporre è unarte importante perché con la musica si può cambiare un film".
Burce parla della libertà oltre ogni cosa, necessaria per dare spazio alla propria creatività. Non ci sono ragioni di mercato, cè quel momento in cui il musicista si chiude nella sua stanza e pensa al suo lavoro con lintuito e la sensibilità che lo distingue. Anche in America dice dove le ragioni di mercato sono forti, ci sono compositori bravissimi. "Non ho cominciato dal nulla, dietro cè un lavoro tecnico molto difficile e conoscere la personalità del regista, degli attori mi ha aiutato moltissimo". Ai ragazzi che lo ascoltavano da un consiglio: "potremmo utilizzare musiche diverse per esprimere, tutto è possibile ma andate oltre, cercate di fare di più, pur di fare quello che sentite, rischiate ma cercate la vostra libertà di espressione"
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