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Sottodiciotto, di certo non un festival "minore"

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Si è chiusa a Torino l'edizione numero 13 del festival Sottodiciotto, evento fortemente radicato (e dedicato) al mondo della scuola e dei ragazzi, il cui cuore è costituito dai cortometraggi che le scuole realizzano nel corso dell'anno con l'intento di avvicinare i giovani al mondo del cinema, e con il cinema aiutarli a raccontarsi e confrontarsi con i coetanei e le questioni della vita. Accanto al corposo programma di corti scolastici in competizione (quest'anno 212 elaborati sono giunti alla fase finale), il festival allestisce un ricco programma - dieci giorni di proiezioni - che omaggia autori affermati e nuove leve, propone il meglio dal mondo del cinema d'animazione e anteprime italiane di qualità e prestigio. Il 2012 è stato l'anno della retrospettiva completa del regista irlandese Jim Sheridan (due titoli tra i tanti: "Il mio piede sinistro" e "Nel nome del padre"). Il regista ha incontrato il pubblico e parlato di sé e del suo lavoro, così come ha fatto un altro ospite di rilievo, l'attrice francese - ora passata anche dietro la macchina da presa - Sandrine Bonnaire, la cui filmografia è stata riproposta in collaborazione con il Museo Nazionale del Cinema. Sempre dalla Francia è arrivata Mia Hansen-Love, enfant prodige che a soli 31 anni ha già alle spalle tre lavori osannati dalla critica e dai festival internazionali (Cannes e Locarno su tutti), così come il maestro dell'animazione Michel Ocelot, che oltre ai lavori noti (con la chicca della presentazione del terzo film sul personaggio Kirikù) ha presentato alcuni preziosi cortometraggi della prima fase della sua carriera. Per l'animazione è giunta a Torino anche una delegazione di animatori russi, che ha lavorato sulle poesie di Tonino Guerra e completato un omaggio al poeta da poco scomparso. Sul fronte degli ospiti, un parterre di grande valore sicuramente non inferiore a quello delle ultime edizioni dei festival di Torino e Roma. Anche per le anteprime italiane l'elenco è stato prestigioso e molto apprezzato, dall'ultimo Gondry (lo splendido "The we and the I") a "Despues de Lucia", vincitore di Un Certain Regard a Cannes, da "War Witch", apprezzatissimo a Berlino, a "Everyday" di Michael Winterbottom. E poi, a Torino subito dopo Venezia, "Stories we tell" di Sarah Polley e "La cinquieme saison" di Peter Brosens e Jessica Woodworth. Nonostante i tagli e una collocazione in calendario schiacciata tra il precedente TFF (che si è chiuso in città solo 3 giorni prima!) e le uscite natalizie, anche l'edizione 2012 di Sottodiciotto è stata da applausi. Qualche critica comunque la si può fare, seppur veniale: anche in questa occasione l'attenzione dei selezionatori si è concentrata sugli stessi specifici "bacini" (Francia e film francofoni in primis, Gran Bretagna, Russia per l'animazione). Negli anni questo ha portato a Torino autori di primo livello e film splendidi (tra i tanti, citiamo Olivier Assayas, André Techiné, Jean-Pierre Jeunet, Stephen Frears, Michael Winterbottom, Mike Leigh... e dalla Russia gli animatori Bronzit, Petrov e compagnia), ma ha anche lasciato "fuori" autori e cinematografie che probabilmente saprebbero essere altrettanto interessanti (anche solo rimanendo in Europa, spostandosi a est, o a nord, o anche nella penisola iberica) e potrebbero ampliare gli orizzonti del pubblico (giovane e meno giovane) che ogni anno affolla le sale del festival. Appuntamento al 2013.

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