Una lunga intervista allo scrittore, poeta e sceneggiatore che andrebbe fatta vedere, con gli occhi spalancati a forza, stile Kubrick in "Arancia Meccanica", a tutti i giovani che cominciano a fare cinema, e ahinoi, anche a molti che già lo fanno. Guerra sottolinea l'esigenza di una sceneggiatura forte, dibattuta e convincente, che grazie alla mano del regista può solo migliorare. Un tocco di poesia, un idea originale e magnifica, la capacità di dirigere gli attori, un'interpretazione geniale; ed ecco il capolavoro. come tanti nella passata storia del nostro, e del suo, cinema.
Discutere tra sceneggiatori è fondamentale; Guerra ricorda i litigi con Michelangelo Antonioni, con la distruzione di ben quattro armadi nella stanza, in America, dove scrivevano. Il tutto per giungere alla stesura definitiva, e condivisa, di "Zabriskie Point", con un giovane Sam Shepard che osservava meravigliato e affascinato, la follia creativa dei due grandi autori italiani.
Il cinema ma anche la televisione, vista e giudicata in maniera molto negativa. Almeno nella sua forma attuale e per la funzione che adempie; quella di far soldi. Un obiettivo che, secondo lo scrittore scomparso nel marzo scorso, ad un preoccupante abbassamento del livello qualitativo.
Un giudizio che, con "Ginger e Fred", aveva condiviso con il suo amico Federico Fellini.
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