A causa di una storia d'amore finita male, Elena, trentacinquenne con un buon lavoro in una casa editrice e una fedele amica pronta a tutto per farle tornare il sorriso, non riesce più ad immaginare un futuro al fianco di un uomo. Ma il destino a volte gioca degli scherzi imprevedibili, e una mattina come tante altre può trasformarsi nell'inizio di una nuova vita.
Dopo diversi documentari realizzati in Italia e all'estero, Francesca Muci debutta nel cinema di finzione con "L'amore è imperfetto", tratto dall'omonimo romanzo da lei scritto, edito Piemme.
A dare volto e corpo, spesso in desabillè, ad Elena è Anna Foglietta, che in seguito al successo ottenuto con la Eva di "Nessuno mi può giudicare", si ritrova per la prima volta nella veste di assoluta protagonista.
Nonostante la Foglietta cerchi di convincere lo spettatore dosando eros e ironia, il personaggio affidatole sembra forzato e non del tutto tratteggiato, immerso in una girandola di situazioni poco credibili e mosso da un amore che più che imperfetto sembra essere improbabile.
Costruendo un melò dal forte retrogusto erotico, la Muci mette tanta carne al fuoco, anche troppa, da storie omosessuali subite e vissute a inaspettati colpi di fulmine, da una maternità rifiutata a scene di sesso in ogni dove (vedi il concerto), rimbalzando continuamente tra passato e presente, con ellissi temporali che forse potranno risultare convincenti fra le pagine di un libro, meno sul grande schermo.
Girato in modo rigoroso, con una buona fotografia che restituisce una Bari al contempo sacra e trasgressiva, il film ha il pregio di raccontare una storia femminile a tratti originale, ma eccede nel voler sottolineare la scena con innumerevoli parole e, a volte, invadenti note musicali.
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