La Passione secondo Columbu. Il regista sardo ha realizzato con "Su Re (Il Re)" un'opera ambiziosa ma di grande impatto, prima di tutto fotografico grazie ad ambienti naturali stupefacenti e una cura dell'inquadratura palpabile.
La storia è presto detta, le ultime ore di vita di Gesù, tradimenti e patimenti come narrati dai quattro evangelisti e interpretati da un cast di attori sardi (Fiorenzo Mattu, Pietrina Menneas, Tonino Murgia, Paolo Pillonca, Antonio Forma, Luca Todde, Giovanni Frau e Bruno Petretto) che recitano in dialetto (con sottotitoli italiani per i non isolani).
"Su Re" convince pur nella sua non-immediatezza, perché opera coraggiosa che mescola tradizione e innovazione (narrativamente si predilige la scelta di diversi punti di vista, sull'esempio del "Rashomon" di Kurosawa, per far parlare gli scritti di Marco, Matteo, Luca e Giovanni), trasportando la storia dalla Palestina alla Sardegna rurale ma non perdendo nulla della forza del suo messaggio.
"Lidea del film risale a quando, nella chiesa di Santa Maria in via Lata a Roma per una mostra sulla Sacra Sindone, fui colpito da una tavola che riportava su quattro colonne i brani dei Vangeli che descrivono i patimenti inflitti a Gesù", ha dichiarato Columbu.
Un'idea che ha avuto bisogno di 15 anni per vedere la luce, grazie anche al sostegno delle istituzioni sarde (Regione, provincie e comuni vari) e per cui l'autore si è avvalso della consulenza della Pontificia Facoltà Teologica della Sardegna.
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