In occasione della Giornata Mondiale contro la Violenza sulle Donne, N.I.C.E. New Italian Cinema Events, il Robert F. Kennedy Center for Justice and Human Rights/Europe e il Comitato Pari Opportunità del Comune di Firenze in collaborazione con Centro Ascolto Uomini Maltrattanti, hanno presentano a Firenze, Sala delle Vetrate - Piazza Madonna della Neve, l'incontro Una su 3 La violenza domestica. Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne.
In seguito alla proiezione del documentario "Una su tre" di Claudio Bozzatello presente in sala con la sceneggiatrice Nerina Fumarò, Cristina Giachi, Assessore alle Pari Opportunità del Comune di Firenze, ha coordinato gli interventi di Marina Pisklakova (attivista per i diritti delle donne e Human Rights Defender del progetto educativo Speak Truth To Power del RFK Center), Maria Mocali (esperta di violenza domestica e local hero del progetto educativo Speak Truth To Power del RFK Center) e Alessandra Pauncz (psicologa, Presidente Centro Ascolto Uomini Maltrattanti CAM).
Una su Tre si riferisce alla statistica secondo cui in Italia una donna su tre ha subito e subisce violenze dal partner. Una cifra impressionante che rende ancora più credibile il dato mondiale secondo cui è proprio questa la causa principale di morte per le donne tra i 16 e i 44 anni: più del cancro, più degli incidenti stradali. Un tipo di violenza che non vive in realtà lontane, incivili, straniere, degradate, ma colpisce in modo trasversale donne e uomini di ogni livello sociale e culturale. E che trova nelle donne stesse la resistenza principale: il 92% delle vittime non sporge denuncia. Nel 2012 sono state poco più di 100 in Italia le donne vittime di violenze, secondo i dati raccolti da La Casa delle Donne di Bologna aggiornati al 17 novembre.
Il lavoro di raccolta di materiale e testimonianze è durato 3 anni. E' un documentario autofinanziato perchè nonostante l'importanza del tema non abbiamo ricevuto, ci dispiace dirlo, nessun finanziamento pubblico ha spiegato il regista. L'idea di far recitare delle attrici professioniste (Angela Finocchiaro, Ottavia Piccolo, Marina Rocco, Deborah Villa) è nata dalla volontà di rendere universale e riconoscibile la sofferenza e la drammaticità del tema.
Intenso e crudo in qualche passaggio, il documentario "Una su 3" introduce subito lo spettatore nell'universo carico di dolore e sofferenza della donna vittima di maltrattamento, negli episodi che subisce, nelle difficoltà che incontra, nella relazione patologica che si stabilisce fra vittima e carnefice, nelle dinamiche conflittuali esistenti all'interno della famiglia stessa. Una delle cose che mi ha più colpita durante le ricerche è stata quella di scoprire che donne, dopo quasi vent'anni di maltrattamenti, riuscivano a denunciare il partner solo in seguito ad un suo tradimento! ha dichiarato la sceneggiatrice. Il film è un viaggio, un interrogatorio sul presente più che una tesi da dimostrare.
Una su Tre ha il merito di distruggere una serie di falsi miti riguardo la violenza domestica, come quello che la vorrebbe relegata a situazioni socio culturali arretrate, e di evidenziarne i tratti comuni: la vergogna delle vittime, la speranza che il carnefice cambi e il silenzio consapevole dei vicini, della società che fa finta di non vedere, commenta Maria Mocali. E la separazione non è spesso la soluzione del problema. Anzi, talvolta ne aumenta la violenza aggiunge Alessandra Pauncz, presidente Centro Ascolto Uomini Maltrattanti.Il nostro centro nasce a Firenze nel 2009 per aiutare gli uomini maltrattanti che riconoscono di avere bisogno di aiuto. Riceviamo richieste da tutta Italia. Già in questi primi anni di attività abbiamo potuto verificare che dopo un percorso di recupero che dura un anno (5 colloqui individuali affiancato da un programma di gruppo) fatto in collaborazione con la compagna, la violenza fisica finisce dopo circa due mesi. Quella psicologica è più lunga da eliminare. Negli ultimi dieci anni la società è cambiata; adesso è più pronta ad affrontare il problema.
Il problema della violenza domestica non è un problema esclusivo della società italiana. Le scene del film potrebbero essere state girate in Russia. La società è diversa ma il linguaggio è lo stesso commenta Marina Pisklakova. Ogni anno in Russia vengono uccise 14.000 donne! Da 19 anni, con il motto Niente scuse per la violenza domestica stiamo lavorando in più di 170 centri con campagne di sensibilizzazione, per rendere prima di tutto consapevoli le donne. Ma la strada è lunga. In Russia non c'è una legislazione che la consideri reato. Mi auguro di poter avere presto questo documentario in Russia perché potrebbe essere un prezioso supporto al nostro lavoro.
N.I.C.E. New Italian Cinema Events, che da più di 20 anni organizza festival di cinema ed eventi per la promozione del cinema italiano emergente all'estero, porterà proprio in Russia la versione integrale del documentario nella prossima edizione di N.I.C.E. Russia Film Festival 2013, (Mosca e San Pietroburgo, 4-18 aprile 2013), un atto doveroso visto limportanza del tema e di cui siamo orgogliosi promotori, ha commentato la direttrice del festival, Viviana del Bianco.
Lavorare in questi giorni su questo tema mi ha lasciata spossata" conclude lassessore Giachi. L'impegno dell'amministrazione fiorentina è quello di far entrare il tema nelle agende politiche nazionali. Perchè abbia l'importanza che merita. Poche sono ancora oggi le leggi a tutela delle vittime. Il problema della violenza domestica non appartiene al singolo ma è di tutta una società perché nega le potenzialità di piena partecipazione delle donne, ostacola il progresso dello sviluppo umano ed economico. La partecipazione delle donne è divenuta un elemento centrale di tutti i programmi di sviluppo sociale. Ostacolando la piena partecipazione delle donne, i paesi gettano al vento la metà del capitale umano della loro popolazione. I veri indicatori dellimpegno di un paese a favore della parità uomo donna sono le sue azioni per eliminare la violenza contro le donne in tutte le sue forme e in tutti i campi della vita.
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