Lartista rumeno Dan Perjovschi è uno di quei personaggi che verrebbe voglia di intervistare per delle ore, è un uomo pieno di aneddoti, storie da raccontare, esperienze di vita e di fughe, è un personaggio fuori dalle righe con il quale sarebbe splendido fare un viaggio in macchina per delle ore e gli argomenti non finirebbero mai. Il regista romano Milo Adami riesce perfettamente ad entrare in sintonia con lopera e le storie di Perjosvski, impegnato in una sua personale al MACRO di Roma. Lartista rumeno sta disegnando le enormi pareti del museo capitolino, appollaiato su un montacarichi, cosparge le superfici bianche con i suoi segni anarchici e creativi, sembrano i disegni di bambini disturbati dai bombardamenti o le fantasie dei reclusi nei manicomi.
Suddiviso in capitoli tematici il documentario"Dan Perjovschi solo in Rome" racconta il suo stile e lapproccio allarte durante lallestimento di "The Crisis in (not) Over" dove il pubblico poteva vedere lartista disegnare dal vero e poteva interagire con lui discutendo e parlando dellopera in lavorazione. Perjovski non ha galleristi, né collezionisti, lui dipinge su pareti di musei e istituzioni che poi vengono ritinteggiate, quindi la sua opera per sua stessa scelta è effimera, non si conserva, dura il tempo stesso della mostra. Perjovski è stato costretto dal regime comunista a rimanere nascosto per anni e a subire vincoli di ogni tipo, per questo almeno nella sua arte vuole essere libero e decide da solo come promuoversi e vendersi. Interessantissima la parte del film dove si può osservare il lavoro di passaggio dal suo taccuino alla parete. Perjovski ha centinaia di taccuini neri dove annota e disegna tutto ciò che vede, quello è il suo laboratorio, il suo regno di fantasia e creatività.
Ottimo film per capire lopera e la filosofia di un artista contemporaneo eccentrico e geniale.
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